Tra cardiologi e infettivologi al centro l’uomo

 

 

di Riccardo Guglielmi

cardiologo,  Mater Day Hospital Bari

Malattie cardiovascolari e infettive si contendono da secoli il predominio della mortalità e morbilità sul genere umano.

Una effimera tregua aveva relegato le malattie infettive nella riserva dei continenti e negli stati caratterizzati da povertà, scarso sviluppo sociale e bassa industrializzazione. Da qualche mese quell’equilibrio è saltato e un commando ben addestrato delle malattie infettive, i Coronavirus, dall’animale, pipistrello, o da qualche provetta di laboratorio, secondo fantasiose tesi complottiste, ha infettato l’uomo occupando militarmente un’intera regione della Cina.

Poche settimane di incubazione per la moltiplicazione dei soldati ed ecco in campo la linea di attacco, per la conquista dell’opulento occidente. È bastato il comodo imbarco sui normali aerei di linea, proprio come per l’11 settembre 2011, atterraggio nel cuore economico dell’Italia, il Nord e da qui proiezione in tutta Europa.

Inquinamento, assoluta mancanza di conoscenza della potenza di fuoco del nemico, decisioni politiche incerte da parte di amministratori non all’altezza della situazione, inadeguatezza delle strutture sanitarie malgrado sacrifici estremi degli operatori, mancanza di autosufficienza, burocrazia anche per la produzione locale dei dispositivi elementari di protezione e il prevedibile voltafaccia della Unione Europea, Germania e Olanda in primis, hanno reso l’Italia del Nord la sede della più alta mortalità e morbilità dell’Europa.

Stessa strategia per invadere gli USA con immutato obiettivo: riconquistare il primato mondiale delle malattie infettive su quelle cardiovascolari e da alleati annientare la nostra specie.
L’uomo si trova oggi nel mezzo di questo scontro epocale.

Andromeda, nella mitologia greca al tempo della guerra tra titani, era sul punto di essere sacrificata per salvare il genere umano. Perseo, l’uomo dal grande cuore e dalla forte ragione, che ha ucciso Medusa con uno specchio, ha salvato Andromeda, ha liberato la citta di Argo dal mostro marino, indosserà il camice dello scienziato e renderà questa emergenza un ricordo per le generazioni future.

Alla ragione non deve mancare il cuore della fede. Le preghiere di Papa Francesco e le sue invocazioni in una Piazza San Pietro vuota, devono elevare al cielo i cuori di tutti noi. Per chi ha fede è Gesù, il Dio fatto uomo, che porrà fine a questa pandemia e ci salverà.

A noi far tesoro di questa esperienza per consegnare a figli e nipoti un mondo migliore.

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