Intervista ad Alessandra De Carlo “la regina della musica Nerd”

di Gianluigi Giuliani

 

Ormai più di un anno fa, ho assistito al concerto del gruppo “Geek” “Le stelle di Hokuto”, una Geek coverBand; il loro repertorio è costituito da canzoni di cartoni animati del passato e del presente (che nell’ambiente è preferibile chiamare Anime) e da colonne sonore di film della cultura pop/fantasy degli anni 80-90. Sono rimasto letteralmente folgorato dalle loro cover e dalla voce della loro cantante Alessandra De Carlo.
<<Da quanto tempo canti nelle Stelle di Hokuto?>>
<<Sono entrata a far parte della band alla fine del 2014, sono ormai passati 4 anni… non ci credo nemmeno io, ho rifatto il conto più d’una volta.>>
<<Invece la tua passione per il canto quando nasce? Ti piacerebbe raccontarmi come è nata?>>
<<La mia passione per il canto nasce sin da bambina, esattamente in terza elementare. Ne sono certa semplicemente perché tutto è iniziato prendendo in giro un mio compagno di classe stonato. Premetto che dopo questo aneddoto mi odierete, ma ragazzi è successo, ero solo molto vivace e molto piccola. Era il periodo di Natale e la maestra d’inglese tentava in tutti i modi di insegnarci “Silent Night”. Iniziò a farla cantare a ciascuno di noi con la premessa di non ridere se qualcuno di noi non fosse stato capace di intonarla correttamente. Nell’attesa del mio turno e ascoltando questo povero malcapitato del mio amico, iniziai a ridere tentando di nascondermi in tutti i modi. Fu inutile, il mio compagno mi accusò all’insegnante e lei per punizione mi disse: “visto che ti diverte così tanto, prova a cantarla tu!”. Senza pensarci più di tanto, cantai la canzone correttamente e lei sorpresa, per punizione, mi costrinse a cantarla alla recita di Natale. Mi assicurai così il posto fisso alle recite per i restanti anni di scuola elementare.>>

<<Insomma anche dagli episodi di bullismo può nascere una carriera artistica. Scherzo ovviamente.>>

<<Anni fa il popolo nerd era prevalentemente maschile, ad oggi possiamo sicuramente affermare che le cose siano cambiate, basta entrare in una fiera dedicata al genere ed immediatamente ci si rende conto di questo… Alessandra De Carlo fuori dal palco è una ragazza nerd?>>
<<Alessandra fuori dal palco è una ragazza che sta scoprendo la cultura nerd e ne rimane estasiata. Negli ultimi anni ho scoperto un mondo di cui sino ad ora ne conoscevo solo dei frammenti. Con le Stelle di Hokuto, non condivido solo la musica. Sono state loro ad iniziarmi al mio piccolo viaggio personale alla scoperta di temi, personaggi, scenari tutti nerd che ispirano ancora di più la mia propensione verso tutto ciò che la fantasia può produrre. >>

<<A proposito di personaggi fantasy. Durante i concerti indossate costumi del mondo fantasy. Tu hai due costumi principali, Wonder Woman e Sailor Moon, quale senti più tuo? perché?>>
<<Il costume che più sento mio è quello di Sailor Moon, alias Bunny, alias Usagi Tsukino. Adoravo Bunny da bambina perché vedevo in lei tutto quello che io volevo essere. Una guerriera che veste alla marinara, con le code lunghissime e la sua singolarità nell’essere sé stessa oltre che trasformarsi con un motivetto tutto suo. Da bambina era un’ossessione. Disegnavo Sailor Moon ovunque, tanto che la maestra dell’asilo mi implorava di disegnare altro. Con il tempo però l’ho messa da parte, ho messo da parte il costume di carnevale, lo zaino, i quaderni… lo scettro.>>
Incontrare le Stelle di Hokuto mi ha permesso di riprendere un grande pezzo della mia infanzia e riportarlo alla luce, prendere quel costume e ridargli vita. Nel frattempo ho letto il manga, volevo capire cosa fosse restato nei miei ricordi di quel personaggio. Rileggere le vicende di Usagi, è stato come guardarsi allo specchio su molti aspetti del mio carattere. Ingorda; testarda; stralunata; un po’ sfaticata; piagnucolona ma al tempo stesso capace di rialzarsi dopo quella mezzora di pianti sprecati davanti agli ostacoli, guardandosi intorno e scoprendo che nonostante tutto non era mai davvero sola. Sarà banale dire che è come se mi fosse stata fatta una previsione 20 anni prima di diventare quella che sono.
Wonder Woman è arrivata dopo, per accompagnare il nostro NerDante all’interno dello spettacolo “La Nerdina Commedia” tutto targato Stelle di Hokuto.
<<Sei una ragazza di 26 anni che avrà la sua vita al di là del mondo nerd. Le Stelle di Hokuto sono ormai un gruppo molto conosciuto nell’ambiente e che fa concerti in tutta Italia. Come vivi la necessità di doverti spostare spesso?>>
<<Premetto che studio Architettura. Sono riuscita ad arrivare all’ultimo anno con qualche ossessione e varie crisi isteriche, ciò giustificherà tutto quello che verrà nelle prossime righe. Spostarsi con le Stelle è una necessità che a un certo punto sento. Sento il bisogno di passare del tempo con loro, nonostante non sia la compagna più loquace, nonostante sia piena di cose da fare oltre la musica. Viaggiare con loro, condividere queste esperienze con loro è fondamentale per me. Spostarmi spesso sicuramente da un punto di vista logistico è un po’ un dibattito mondiale, far combaciare eventi e vita universitaria. Ma piuttosto sacrifico tre giorni di lavoro davanti al pc per partire con loro, anche perché devo dire grazie a loro se siamo arrivati sino a Lucca, in Toscana… chi ci era mai stato!>>
<<Ti riferisci al Lucca comics la più importante fiera italiana dedicata ai fumetti, manga, anime e tutto ciò che riguarda il mondo nerd. Di sicuro un palco importante.
Il primo argomento di questa edizione è l’arte e l’essere femminile, cosa vuol dire per te arte?>>


<<Banalmente, se mi immagino davanti a un foglio bianco, ed una penna o un colore, Arte per me è portare all’esterno quello che sentiamo. La considero come un lavoro costante su se stessi, sulla propria interiorità. Arte è esercizio e volontà di comprendere quello che siamo con il mondo e tradurlo con i nostri segni, con i nostri colori. L’arte per me è fare delle scelte davanti a un’immensità di opportunità, trovare la strada giusta verso quello che vorremmo fosse il risultato finale. >>
<<So di averti fatto una domanda difficilissima l’arte non si spiega razionalmente, di sicuro però al centro dell’arte c’è la comunicazione di emozioni e sentimenti. Pensi che la vocazione nerd del gruppo di cui fai parte limiti talvolta le tue possibilità espressive?>>
<<Il gruppo di cui faccio parte sono la mia prima fonte di ispirazione artistica. Se non avessi iniziato il mio percorso con le Stelle, non mi sarei mai messa in gioco lavorando su vignette, stili e illustrazioni. È iniziato tutto con questo gruppo, cercando di dare ad ognuno di loro un volto e la sagoma che più piaceva a me e da li, nel mio piccolo, ho continuato e continuo a lavorare su tutto ciò che mi appassiona nell’arte del fumetto e dell’illustrazione. È solo grazie ad ognuno di loro che la cultura nerd è entrata nella mia vita dandomi sempre qualcosa su cui far girare la rotellina artistica nel mio cervello. Quindi, rispondendo alla tua domanda, ti dirò che il mio gruppo non limita le mie possibilità espressive. Le Stelle di Hokuto continuano dal primo giorno a spronarmi per cercare di uscire dal guscio, trovare la mia dimensione. Le Stelle di Hokuto sono le mie muse!>>

 

 

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