di Asia Correra

attrice e operatrice teatrale

presso Piccola Compagnia Impertinente

asia correra

 

 

Ho vent’anni anni, vivo a Foggia e lavoro.

Che strano dirlo.

Non perché si tratti di una città complessa e difficile nella quale decidere

di restare ed investire non è poi così tanto scontato.

A modo suo qualunque posto lo è …

Non perché io abbia vent’anni e lavori.

Ma perché faccio il mestiere più bello del mondo:

quello che mi piace, quello che per me rappresenta ancora il gioco

più divertente al quale possa partecipare

 

teatro_albero_luci

 

Viviamo in una società consumistica nella quale siamo costantemente bombardati da un modello sempre più elevato di tecnologizzazione.

Velocità nella richiesta, velocità nell’ottenimento.

Negli ultimi anni assistiamo ad una sempre più rapida evoluzione dei social network, tendente ad una progressiva sintesi della parola, quasi fino ad una sua totale assenza.

Non si può vivere nell’illusione che questo non sia un riflesso di ciò che accade anche a dispositivi tecnologici spenti.

Velocità nella comunicazione, abbassamento della soglia dell’attenzione e dell’ascolto.

Velocità nelle emozioni, velocità nei rapporti umani.

La società attuale e quella che si sta formando sono ancora in grado di giocare, nel senso più alto del termine?

 

Sono profondamente speranzosa a tal proposito.

Ed è il mio mestiere a ricordarmelo ogni giorno…

 

Me lo ricordano bambini e ragazzi con i quali lavoro, me lo ricorda la trasformazione che viviamo io e i miei colleghi più adulti che sul palco, insieme, torniamo bambini e giochiamo a quello che ritengo uno dei giochi più seri del mondo.

Quando si fa teatro si è detentori a tutti gli effetti di un “segreto”, condiviso con i compagni e con chi è alla guida.

Il palco diventa uno spazio sicuro, una terra di mezzo di scoperta e di ricerca della libertà, all’interno di un grande mondo fatto di disciplina e regole.

Un posto nel quale, senza correre il rischio di farsi male e di fare male, si può e si deve entrare in contatto con la verità che ciascuno di noi porta con sé e che, la maggior parte delle volte, custodisce dentro, rivestendola di bugie necessarie alla sopravvivenza.

Si studia, si lavora, si suda e si gioca per trovare e costruire personaggi e storie e, attraverso questo atto, ci si ritrova con se stessi, riemergono parti nascoste, se ne scoprono altre.

Sono attrice ed operatrice teatrale presso la Piccola Compagnia Impertinente, fondata a Foggia dieci anni fa da Pierluigi Bevilacqua, Michela Delli Carri ed Enrico Cibelli, mio luogo di formazione e seconda, se non prima, casa da sette anni.

teatro impertinente citazione

Questo mi consente di avere due prospettive differenti del medesimo mestiere.

Vivo il palco, le relazioni, il gruppo, le emozioni da attrice e poi ho la possibilità di farlo in piccola parte da guida.

Alla domanda “Perché venite a teatro?” una bambina di un laboratorio teatrale risponde “Perché imparo le cose senza rendermene conto. Mi diverto.”

Nella sua semplicità e nel suo essere diretta, grandissimi pregi dei più piccoli, credo che questa bambina abbia racchiuso il senso di questo lavoro.

 

Per fare teatro serve un senso che si ha dentro o che non si ha.

Un senso intelligente che non potrai mai capire con il pensiero, ma con la sensibilità. […]

E poi che cosa vuol dire crescere? Un albero occupato a crescere non cerca di capire.

Cresce. E basta.

Giorgio Strehler

 

piccolo teatro impertinente

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