Istantanee di serendipità che catturano e conquistano i sensi…

di Florinda Amorena

guida turistica

Tutti a Procida…”

L’invito è esteso a tutti, grandi e piccini: andate a visitare questa piccola isola del Golfo di Napoli!

Così ne parla Silio Italico, poeta, avvocato e politico romano, nel XII libro de “La guerra punica” :

“…Procida è il luogo dove è imprigionato il selvaggio Mimas,

ed Inarime che sovrasta Giapeto,

mentre egli getta fuori fumo nero e fiamme,

e cerca se liberato ancora di rinnovare la sua guerra contro Giove e gli dei.

Essi mostrano ad Annibale il monte, dove il fuoco ha mangiato le rocce

e le rovine giacciono tutte intorno e la discarica di rocce

tenta di eguagliare la morte portata dall’Etna.”

L’origine vulcanica di questo splendido luogo traspare chiaramente dai versi del poeta latino:  il nome stesso dell’isola lo si fa generalmente derivare dal verbo greco προχέω (prochéo, vale a dire “ effondo” ma anche “sono dato alla luce”), in latino profundo.

Procida sarebbe stata profusa, messa fuori, eruttata, sollevata dal fondo del mare”

Altra voce dell’antichità è Dionigi di Alicarnasso, storico greco vissuto sotto Augusto, che, nella sua opera, dal titolo Antichità romane propone una versione diversa: Procida era il nome di una nutrice di Enea, sepolta nell’isola a lei dedicata, proprio dall’eroe troiano.

Assieme all’altra piccola isola di Vivara, può essere considerata una continuazione dei Campi Flegrei, così come dall’altra parte del Golfo, Capri è una continuazione della Penisola Sorrentina.

Abitata fin dal 1400 a.C., fu greca e poi romana, passando sotto innumerevoli dominazioni: oggi il suo unico Comune conta più di 10.000 abitanti che vivono in borghi pittoreschi immersi in uno scenario unico di vigneti e agrumeti.

Il borgo più antico dell’isola, meritevole senz’altro di una visita e raggiungibile a piedi partendo dal porto, è Terra Murata, situato a 90 metri di altezza. Qui l’abitato, borgo medievale a picco sul mare, fu, nel tempo, sempre più fortificato affinché risultasse protetto dai continui assalti saraceni: luogo di estrema bellezza, raggiungibile attraverso una faticosa passeggiata, ripaga il visitatore offrendogli la vista di un panorama mozzafiato su tutto il golfo di Napoli.

Altro luogo di notevole importanza storico-artistica, sempre qui a Terra Murata, è l’Abbazia di San Michele Arcangelo, protettore dell’Isola. Costruzione benedettina risalente all’XI sec., distrutta e in seguito ricostruita, presenta una struttura ancor oggi visibile risalente al XVI sec.

Oggi, a seguito delle disposizioni sanitarie in corso, è visitabile solo la Chiesa: sono interdetti quindi il Presepe monumentale, composto prevalentemente da antichi pastori di scuola napoletana del XVIII sec., in legno e terracotta e la Biblioteca che ospita al suo interno preziosi testi, tra cui numerose Cinquecentine.

Sempre da Terra Murata parte il Venerdì Santo una spettacolare processione, tenutasi per la prima volta, nel 1629, per iniziativa dei Padri Gesuiti, che coinvolge tutta la comunità dell’isola. Essa è organizzata dalla confraternita dei Turchini, principali protagonisti della Pasqua procidana.

Se Procida avrà il piacere di accogliervi, soffermatevi qui, nel boro antico, sul piazzale “dei cannoni”, così chiamato per la presenza di alcuni cannoni della flotta borbonica…E non dimenticate di ammirare dall’alto il coloratissimo paesaggio del porticciolo di “Corricella”,  dal greco χώρα καλή (kόra calè, ovvero “bella contrada”), il borgo marinaro più antico dell’isola, magico e pittoresco luogo in cui sono state girate alcune scene del film “Il Postino” di Massimo Troisi.

Consigliabile, nella bella stagione, il periplo dell’isola della durata di circa un’ora, un giro in barca, in cui è possibile  ammirare tutte le insenature, le spiagge, e soprattutto un’occasione per apprezzare al meglio l’isolotto di Vivara, una riserva naturale non accessibile. Dal 1969 è, infatti, unita al resto dell’isola da un ponte, che sostiene anche la condotta dell’acqua che arriva ad Ischia.

Se vorrete dare un tocco di “letterarietà” alle vostre passeggiate, rendendole  ancor più memorabili, ecco, per i palati più fini, alcune letture a sfondo procidano: “L’isola di Arturo” di Elsa Morante che valse alla sua autrice il Premio Strega nel 1957 e il romanzo ottocentesco “Graziella” scritto da Alphonse De Lamartine.

Per tutti i palati, invece, segnaliamo la degustazione dei prodotti e piatti locali tra cui la famosa “lingua di bue” dolce tipico procidano a base di crema di limone e, per i più audaci, l’inconfondibile insalata di limoni.

In tutte le stagioni, questa piccola ma “calda” e accogliente isola  non potrà che entrare nei vostri cuori, regalandovi momenti di irripetibile e suggestivo benessere!

 

Dott.ssa Florinda Amorena

Mediterraneo service S.a.s

Servizi turistici e culturali della Campania

info@mediterraneoservice.com

tel.3334474463

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