di Giovanna Irmici
Presidente dell’Università delle Tre Età – Sede di Foggia
scrittrice

CLIC. Inconfondibile sullo smartphone il segnale che annuncia un messaggio su WhatsApp o la una nuova mail. Ormai questi clic accompagnano la mia giornata.
Sono nella stragrande quantità dei casi le testimonianze dei miei allievi, dei miei colleghi, dei miei amici dell’Unitre: Siamo presenti, siamo vivi, ti vogliamo bene.
Distanti ma vicini come non mai.

La pandemia ci impedisce di avere lezioni in presenza e contatti diretti, di poter organizzare le nostre gite, i nostri concerti, i nostri Convegni mensili, ma non ha distrutto il filo tenace che ci lega. Ora più che mai stiamo realizzando quel progetto di Comunità, denominato nel nostro Statuto Accademia di Umanità.

Nell’etere (le nostre Sedi -anche estere- sono circa un migliaio), nonostante il virus, si intrecciano le voci più diverse: proposte, comunicazioni, progetti, presentazioni di libri o di opere artistiche, nuovi corsi intriganti.

Come Presidente della Sede di Foggia, una delle più grandi d’Italia (160 soci, una ventina di Corsi tenuti da altrettanti docenti, più consiglieri, volontari, tecnici, ecc.), ospitata presso il Liceo Polivalente Carolina Poerio, nel prestigioso Palazzo degli Studi nel cuore della città, e intitolata a Romolo Caggese, notissimo medievista e grande storico del nostro territorio, sento la responsabilità di questo incarico, ma anche il conforto dell’ausilio di validissime persone e la gioia di comunicare, cioè mettere in comune un dono (cum+munus!) con chiunque lo desideri o ne abbia bisogno, qualunque sia la sua età…

Siamo nati a Foggia 22 anni fa e siamo orgogliosi di denominarci (unici tra le Università del terzo settore!) Università delle Tre Età o Unitre, perché sia chiaro che, pur rivolgendoci in particolare a coloro che hanno raggiunto un certa età, vogliamo creare un dialogo tra le generazioni, per non limitarci ad ingabbiare i primi in occupazioni solo ludiche e per stimolare i giovani al confronto con sapienziali esperienze e memorie.

Le nostre lezioni, e soprattutto i Convegni mensili, davvero un nostro “fiore all’occhiello”, sono di notevole spessore culturale, a livello di Università statali, affidati come sono a esperti e docenti di comprovato valore.

Siamo rocce, non ci sgretoliamo.

Siamo antiche querce sempre vegete”

Questo è il messaggio che mi perviene, questa è la risposta a chi considera gli anziani e tutti coloro vicini a questa fascia d’età, rami secchi da tagliare, inutili e improduttivi.

Un’ amica, socia e allieva dell’Unitre, medico in pensione, durante il lockdown dello scorso marzo, di fronte alle immagini delle bare, mi ha mandato un lungo, appassionato peana intriso di amarezza, compiangendo la fine di intere generazioni di ultraottantenni.

Un enorme patrimonio di cultura, esperienze, memorie!

Ha voluto poi condividere sul web tanta amarezza e questo ha, in qualche modo, alleviato l’angoscia di una donna sensibile e colta, ma ormai sola, anziana, malata.

La nostra partecipazione le è stata di grande conforto.

CLIC, CLIC, CLIC. Ancora messaggi. Mi mancate, ragazzi

Fiori, giardini, paesaggi ridenti, auguri di ogni tipo, quadri di pittori famosi, barzellette, battute satiriche, performance di artisti straordinari, teneri animali.

E poi i lavori dei nostri allievi che continuano da casa i laboratori di pittura, di disegno, di incisione su vetro, di ricette creative, di creazioni artigianali.

Tutti -devo dire- emanano una luce positiva,

un auspicio di futuro, una volontà di vita”

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