Il delicato confine tra vita e arte
di Francesco Mirando
docente di Italiano
Non è casuale la naturale associazione di idee tra le festività natalizie e il magico mondo di Harry Potter. Pur non presentando alcun riferimento alla religione, il mondo nato dalla brillante mente dell’autrice inglese è colmo di riferimenti alle atmosfere di fine anno.
I volumi della saga sono gettonatissimi regali
da infiocchettare e posizionare sotto l’albero”
J.K., straordinaria imprenditrice di sé stessa, ha approfittato di questo vantaggio per pubblicare una storia che aspira a diventare un classico da accostare in libreria a “Canto di Natale”, “Il Grinch” e “Polar Express”.
Il maialino di Natale (questo il titolo del romanzo) racconta la storia del piccolo Jack, un ragazzino che, come tanti, ama in modo incondizionato il suo giocattolo preferito, un maialino di pezza rattoppato e usurato, compagno di giochi e avventure soprannominato Mimalino, per gli amici Lino.
Ogni storia della Rowling, seppur fantasiosa, non è mai completamente scollata dai problemi della società contemporanea e così, nella vita del giovanissimo Jack irrompe il fenomeno ormai tristemente comune della separazione dei genitori e Lino, compagno fedele, rappresenterà una vera e propria ancora di salvezza, un rifugio di pezza che non delude e che rimane sempre fedele.
Le cose cambiano, le famiglie mutano e la madre di Jack trova un nuovo compagno che ha una figlia: Holly. La tragedia comincia quando, durante una litigata in macchina, Holly getta dal finestrino il povero maialino. Un gesto imperdonabile.
Il giovane protagonista della storia non si arrende e nella notte di Natale intraprende un rischioso viaggio nella “Terra dei Perduti”.
Questa storia parla di noi “perduti” che viviamo su questa terra, esseri infantili che a fatica si adattano ai continui cambiamenti che la vita ci pone di fronte, popolo di spaesati che si rifugiano in cose che potremmo perdere da un momento all’altro”
Ma allora tutto è veramente perduto? Qual è la soluzione alle mille difficoltà della vita? Probabilmente la risposta è nell’amore che spinge Jack a ritrovare Lino e la sua serenità.
Una storia per bambini e adulti che lancia un messaggio di speranza e ci dà una chiave di lettura solo apparentemente banale, e che riaccende il fuoco dello Spirito del Natale.
I lettori meno ingenui potranno obiettare sulla sincerità del messaggio moralmente corretto di una delle donne più ricche del mondo, che vive negli agi e si gode la vita dall’alto della sua popolarità. Beh non è esattamente così…
Joanne, questo il suo vero nome, più volte nella sua vita si è trovata in condizioni di indigenza e ha dovuto superare un’infinità di ostacoli prima di riuscire ad avere successo grazie alle sue abilità nel creare mondi immaginari. Il suo è un percorso di riscatto che molto ha in comune con le tipiche storie natalizie. Joanne trasloca spesso, vive un’infanzia instabile, da ragazza ha dei problemi nell’accesso all’università anche se poi riuscirà a laurearsi. Sua mamma si ammala e muore di sclerosi multipla. Sposa un giornalista televisivo portoghese, nasce la figlia Jessica Isabel, ma vive una difficile esperienza di separazione dovuta ad episodi di violenza domestica. Nel 1990 mentre aspetta un treno per Londra in ritardo di 4 ore, inventa la storia del maghetto più famoso del globo, ma non riesce a piazzare la storia ad alcun editore. Spesso ha difficoltà a mantenersi e usufruisce del sussidio di disoccupazione.
La svolta ci sarà quando Alice, figlia del presidente della casa editrice Bloomsbury, legge i primi cinque capitoli della storia e chiede animosamente al padre di farle leggere il resto. Ora Joanne, ribattezzata J.K. per incrementare le vendite a causa del pregiudizio dei lettori di sesso maschile, è più ricca della regina Elisabetta e devolve una grossa fetta dei suoi guadagni in beneficenza.
Due storie di Natale in una, due racconti collegati che ci dicono molto sul significato delle feste e che rendono ancora più sottile il delicato confine che esiste tra vita ed arte…