di Samanta Leila Macchiarola

Il perché si dica che “la paura fa novanta”, non è forse noto a tutti…

Il collegamento con il famosissimo gioco della Tombola sarà balenato nella mente di alcuni, mentre altri ricorderanno che questo gioco nasce a Napoli dove è risaputo che si dia molta importanza ai numeri.

I napoletani hanno assegnato ad ognuno dei novanta numeri della tombola un significato specifico. Esiste  addirittura un libro, “La Smorfia” (nome, probabilmente, collegabile al dio greco dei sogni, Morfeo), che da secoli associa  i sogni ai 90 numeri…Ogni numero ha un suo significato ed  ogni avvenimento, ogni sogno particolare va associato ad un numero.

“Tutto questo per dire che la paura è rappresentata dal numero 90 ovvero che il numero 90, in senso letterale, corrisponde alla paura”

E al di là di questo senso?

Forse che con la paura si possono fare cose incredibili, anche a noi stessi, cose che neppure ci immagineremmo di fare in condizioni normali?

Ebbene sì, è proprio la Cabala del lotto (altro modo per indicare la “Smorfia”) a riportarci alla mente che, superstiziosi o meno, questo ancestrale e filogenetico stato d’animo assume nella nostra mente e nelle nostre vite, come un Giano bifronte, una duplice e ambivalente funzione.

Fattore inibente o molla all’azione, può manifestarsi in un blocco, trasformarsi in paralisi, o può renderci oltremodo coraggiosi, in grado di agire in modo tale da sorprendere noi stessi e gli altri…

Considerarla dalle sue molteplici prospettive, vederla, per così dire,  “in azione” in ambiti e contesti diversi potrebbe essere interessante per riflettere sui volti che questo potente stato d’animo assume nella nostra vita.

Proprio quello che abbiamo provato a fare in questo numero

“Cos’è, dunque, la paura? Come si manifesta e come è possibile (quando è possibile!) superarla?”

 Perché è chiaro che alcune paure ci proteggono:  non è un caso che più si è piccoli più si ha bisogno di essere vigilati, proprio in quanto privi di quella consapevolezza che ci fa avvertire il pericolo e ci consente di evitarlo.

Un bambino camminerebbe lungo il bordo di un precipizio, entrerebbe in  mare pur non sapendo nuotare, attraverserebbe la strada per rincorrere la palla, incurante del traffico.

In un certo senso maturità e paura crescono insieme

Ogni individuo  possiede un sistema di emergenza inconscio che ha nell’amigdala, posizionata nella regione cerebrale più strettamente connessa alle emozioni, un vero e proprio sistema di allarme. E’ questo il motivo per cui ci è, a volte, capitato di provare paura scambiando, in un primo momento, un cordone, un cavo o una fune per un serpente!

Verrebbe, allora,  da chiedersi, la paura è una forza o una debolezza?

Di quali paure sarebbe bene liberarsi?

Perché ci affascina e ci attrae?

Aveva più paura Achille o Ettore? Chi tra i due era un vero eroe?
E ancora…Che esperienze facciamo quando entrano in gioco paura e adrenalina?

Infine, qual è il senso, il beneficio che deriva dal suo superamento ogni volta che questo è, non solo possibile, ma anche utile?

Paure innumerevoli ci affliggono dalla notte dei tempi: dalle belve feroci della preistoria, ai barbari dell’antica Roma; dalla paura della dannazione eterna nel Medioevo a quella della peste nel ‘600; dal timore del progresso nell’800 a quello della guerra nel ‘900…

Paure collettive che si sommano a quelle individuali e universali come la malattia e la morte, in primis, seguite, a loro volta, dalle innumerevoli declinazioni di questo potente e condizionante stato d’animo che ci accompagna, chi più chi meno, nel corso della nostra esistenza.

Paure attuali, per non dire attualissime, spesso contraddittorie tra loro, come la paura di crescere e quella di invecchiare, di condividere, della solitudine ma anche dell’impegno in una relazione, paura di perdere la propria libertà nella relazione affettiva, paura del virus, dell’isolamento e, nel contempo, degli altri, paura di dire la verità o della verità in genere…

Una verità che potrebbe anche essere distorta e, quindi, causa di timori immotivati o da non considerarsi propriamente tali; oppure una verità che, per quanto vera, non è detto che saremmo tanto ansiosi di conoscere…

Per farla breve… sarebbe proprio il caso in cui dire che “la paura fa 90”! 

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