di Samanta Leila Macchiarola

docente di greco e latino

Tutto il golfo è trapunto da città, edifici, piantagioni,

  così uniti fra loro, da assumere l’aspetto di un’unica metropoli … 

  Sovrasta questi luoghi il monte Vesuvio,

 ricoperto di bellissimi campi, tranne che in cima …

  Strabone (63a.C.-23d.C.)

Appena la situazione lo consentirà e potremo muoverci liberamente, consiglio ai curiosi, ai viaggiatori e agli amanti dell’arte antica di fare un salto in quella che, un  tempo,  era considerata dai Romani, come lo storico e geografo Strabone racconta, la Campania Felix e di andare a Castellammare di Stabia.

“A fare cosa, vi chiederete…”

Qui,  da poco riaperte al pubblico e fresche di restauro,  vale la pena visitare, godendo, semmai, anche della bella stagione, le Ville stabiane e la Reggia di  Quisisana, sede del Museo Archeologico di Stabiae. 

Se vi organizzate  e ne avete voglia vi suggerisco di andare alla scoperta di questi ameni luoghi, densi di storia e di arte, accompagnati da una guida esperta…

Personalmente ne conosco una veramente in gamba che si chiama Florinda!  

Il  Museo, inaugurato a settembre 2020, offre, nella nuova esposizione permanente tantissimi reperti, alcuni mai esposti prima in Italia, tutti provenienti dalla zona di Stabiae.

Qui troverete, esposte dopo ben 23 anni, le raccolte dell’ex Antiquarium stabiano, chiuso al pubblico dal 1997: un percorso espositivo che, a partire dall’età arcaica vi accompagnerà fino alla tragica eruzione del Vesuvio del 79 d.C., quando la vita mondana delle magnifiche e lussuose ville di cui parla Strabone si interruppe senza lasciare alcuna via di scampo.

Prima di immergervi nell’affascinante percorso che vi condurrà alla scoperta dei siti di Villa Arianna e di Villa San Marco, visitabili gratuitamente, vale, dunque, la pena di fare un salto al Museo che ha sede nella Reggia fatta edificare, su di un vecchio complesso nel 1758,  da Ferdinando IV di Borbone.

In realtà, fu Ferdinando II, nel 1790, ad ampliare la struttura rendendola una vera e propria reggia, con tanto di fontane, sistemazione del bosco e del belvedere, sedili in marmo, scuderie e alloggi per il personale: senza contare le oltre cento stanze, le due terrazze e la cappella per un’estensione di quasi 50.000 metri quadrati!

Dopo l’Unità d’Italia la reggia, depredata dei suoi arredi, andò ai Savoia fino a quando, nel 1877, fu ceduta al comune di Castellammare di Stabia.

Una location mozzafiato che rende finalmente onore al professor Libero D’Orsi, a cui il Museo è intitolato, il quale, per primo, nel 1958, allestì con i reperti ritrovati nella zona un piccolo museo nella scuola media che presiedeva.

“Ma la storia della reggia di Quisisana è ancora più antica e rende ragione dell’insolito e, direi, simpatico e rassicurante nome che la accompagna”

Giovanni Boccaccio nel Decameron (VI novella del X giorno),  riferendosi proprio alla costruzione di Quisisana , racconta che “ Un cavalier, chiamato messer Neri degli Uberti…non si volle altrove che sotto le braccia del re Carlo riducere; per essere in solitario luogo e quivi finire in riposo la sua vita, a Castello a Mare di Stabia se ne andò; e ivi… comperò una possessione, sopra la quale un bel casamento e agiato fece, e allato a quello un dilettevole giardino…”.

L’allusione alla reggia è chiara: parimenti la scelta di messer Neri è da collegare alla salubrità del clima a alla bellezza del luogo che offriva uno dei migliori panorami sul golfo di Napoli.

Fu  per queste ragioni che secondo alcuni la zona venne chiamata Domus de loco sano, e successivamente Quisisana,  secondo altri, invece, il nome deriverebbe dalla frase ,“Qui si sana”, pronunciata da Carlo II d’Angiò, sovrano dal 1285 al 1309, dopo che il sovrano si riprese da una grave malattia soggiornando proprio nella dimora stabiese.

Agli Angioini si deve, infatti, l’ampliamento iniziale della reggia la cui fama di luogo salutare non smise di circolare. Successivamente, passò agli Aragonesi, fino a quando, nel 1531, divenuta feudo dei Farnese, cadde in rovina a causa dello stato di abbandono a cui venne lasciata: da questo momento, infatti, abbiamo scarse notizie sulla reggia fino alla salita al trono dei Borbone di cui già si è detto… 

A partire, invece, dalla fine dell’800 fino agli anni Sessanta fu adibita a vari usi : albergo, collegio, hotel, ospedale militare, fino a quando, non venne definitivamente chiusa.

Un  nome denso di storia che risuona, in ragione dei richiami alla salubrità dei luoghi, in quello di uno dei più esclusivi hotel della nostra penisola, il “Grand Hotel Quisisana” di Capri!

Oggi, l’antica reggia borbonica, finalmente ripristinata all’antico splendore, accoglie negli storici ambienti affreschi, pavimenti in opus sectile, stucchi, sculture, terrecotte, vasellame da mensa, oggetti in bronzo e in ferro: tra questi ultimi, sorprendentemente riportato alla luce dalla fitta coltre di cenere a seguito dell’eruzione del Vesuvio, uno straordinario carro in bronzo, proveniente da Villa Arianna.

Si tratta di testimonianze preziose che vi consentiranno di “immergervi” della  vita quotidiana degli antichi romani, in particolare, in quella che si svolgeva nelle così dette ville d’otium di cui, appunto, Villa Arianna e Villa San Marco costituiscono, forse, gli esemplari più lussuosi.

Finalizzate al riposo, del corpo e dello spirito, dalle attività e dagli affari, ovvero da quello che i romani indicavano come negotium, avevano accesso diretto alla spiaggia attraverso rampe e scale.

“Ma veniamo ai dettagli…”

Dotata di terme private, di triclinio  estivo, di una grande palestra e riccamente decorata con meravigliosi e raffinati affreschi, Villa Arianna, la più antica delle ville stabiane, così chiamata dal quadro di Arianna abbandonata da Teseo,  ritrovato nella parete di fondo del triclinio, non potrà che sorprendervi…

E che dire di Villa San Marco?

Si tratta di una delle più grandi tra le “villae” romane a carattere residenziale. 

Pensate, occupa una superficie di ben 11.000 mq! Una villa decisamente imponente, famosa per l’ampio quartiere termale con calidarium, tepidarium e frigidarium, così chiamata da un’antica cappella dedicata a San Marco, qui costruita nella seconda metà del ‘700, quando i Borboni diedero il via alle attività di scavo. 

“Attraversando gli ambienti panoramici, la piscina, l’elegante porticato con colonne tortili, il quartiere termale, il giardino porticato e il ninfeo, ammirando gli affreschi, le pareti rivestite di marmo, i variopinti decori, vivificati dal recente restauro, sentirete echeggiare, con un po’ di fantasia, le voci gaudenti degli antichi nobili romani, le risate civettuole delle matrone, gli schiamazzi della servitù, potrete immaginare pugili e lottatori in esercizio prima dell’abbandono al relax delle terme, il via vai delle opulente cene, l’abbandono amoroso notturno…”

“Oggi come allora potrete godere dell’incantevole paesaggio panoramico concedendovi, anche voi, come gli antichi romani , messer Neri e le dinastie reali che di questi luoghi beneficiarono, un momento di meritato e sereno otium…

E, per gli interessati alla visita guidata, da soli o in gruppo, potrete contattare Florinda Amorena della Mediterraneo Service!

Suggerimento garantito, per averlo sperimentato personalmente, e in più occasioni…

https://www.mediterraneoservice.com/  tel.: 333 447 4463

Reggia di Quisisana
80053 Castellammare di Stabia NA
https://maps.app.goo.gl/Tv5wNwyNejzWDdj4A

Villa Arianna
Str. Varano, 1, 80053 Castellammare di Stabia NA
081 870 8278
https://maps.app.goo.gl/UvPyJiUNyDynsv376

Villa San Marco
80053 Castellammare di Stabia NA
081 857 5347
https://maps.app.goo.gl/5HfM6qYXedryNw5n6

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