di Francesco Giuliani

docente di Storia e Didattica della Lingua Italiana

presso l’Università degli Studi di Foggia

 

  

        La Puglia è notoriamente una regione che si estende in lunghezza e Checco Zalone qualche anno fa ci scherzava sopra in un suo film, spiegando al suo interlocutore nordista le differenze con la Lombardia.

Procedendo verso Sud, il viaggio si allunga e insieme si carica di suggestione e magia, fino alla meta finale, rappresentata dai paesi del Capo, che formano un comprensorio che culmina con Santa Maria di Leuca, l’ultimo approdo, l’alfa e l’omega.

“Per conoscere meglio i 18 comuni di questa zona del Salento è stata appena pubblicata, per i tipi dell’editore Giorgiani, una corposa guida di oltre 450 pagine intitolata Venivano all’estremo mare. Luoghi e borghi del Capo di Leuca. I curatori sono Piero Pascali e Daniele Capone, che si sono divisi il lavoro, realizzando, rispettivamente, i disegni e i testi”

Una delle peculiarità, va sottolineato, è che non ci sono fotografie, ma i luoghi e i monumenti sono stati rappresentati attraverso 170 disegni, anche a piena pagina, che incuriosiscono e invitano al viaggio. Il titolo, si legge nell’interno, riecheggia una lirica di Vittore Fiore, giornalista e scrittore tra i maggiori protagonisti della cultura e della politica meridionalista italiana.

Leuca, come scrive Capone nella premessa, qualche decennio fa era ancora terra di leggenda per gli abitanti del Salento, specie per i più giovani, che attribuivano al luogo i colori dei romanzi di Salgari e favoleggiavano di distanze infinite e di mari che si dividevano e cambiavano colore.

C’è un secolare repertorio di leggende che hanno trovato spazio nella letteratura odeporica, e di cui la guida rende conto attraverso vari saggi specialistici, nella seconda parte del libro.

“Qui sarebbe arrivato, nel 43 d.C. l’apostolo Pietro per iniziare la sua predicazione nel mondo occidentale e al suo apparire il preesistente tempio di Minerva andò in frantumi

San Pietro pianta una croce e cambia le sorti della storia, cancellando il culto di una dea molto amata dagli abitanti della zona e il cui tempio era visibile ai naviganti a diversi chilometri di distanza.

Ma sono tanti i nomi e i ricordi che si legano a questo approdo che rinvia alla vita e alla morte, alle speranze di trovare una risposta alle domande esistenziali, arrivando alle fonti della luce, e insieme il desiderio di intraprendere con più speranza l’ultimo viaggio, puntando sull’abbraccio della Vergine Maria. Ovviamente c’è anche molto altro e Leuca riconduce anche al rapporto con la Terra e il Mare, rappresentando un’ancora di salvezza per i naviganti e un rifugio per i pellegrini, che nel corso dei secoli sono arrivati a questo estremo luogo della Puglia.

La bibliografia finale offre a tal proposito numerosi spunti per l’approfondimento, ampliando le schede relative ai vari comuni, particolarmente fitti in questa zona del Salento. Tra l’altro, va ricordato che la zona di Santa Maria di Leuca è stata a lungo contesa tra i comuni di Castrignano del Capo e Gagliano del Capo, legati per secoli da fiera rivalità. Nel 1923 le forze dell’Ordine furono costrette ad intervenire per caricare gli abitanti dei due comuni, venuti pericolosamente a contatto nel corso di una processione. La questione legale è stata risolta con una sentenza che ha sancito che Leuca, sia pure per poco, ricade interamente nel territorio di Castrignano del Capo, e questa è attualmente la situazione.

“Nella storia di Leuca, va aggiunto, non può mancare una menzione sulle signorili ville costruite nell’Ottocento, che ancor oggi fanno la loro bella figura, destando l’attenzione dei turisti”

             Se le rivalità sono di casa ovunque, non mancano anche esempi contrari, rappresentati dal comune di Presicce-Acquarica, istituto nel 2019 a seguito di un referendum. Un problema c’è, però, ed è rappresentato dalla festa patronale, a cui nessuno degli abitanti dei due ex comuni sembra voler rinunciare.

Le schede sui vari paesi ci mostrano la compattezza di quest’area del Salento, con i suoi comuni poco estesi ma vicini territorialmente, con le case basse e bianche, le sue strade che tagliano la pianura e s’incontrano ad angolo retto. Anche i nomi appaiono suggestivi, a partire ovviamente da Leuca, che a qualsiasi studente liceale ricorda il candore del bianco, il trionfo della luce, a cui va aggiunto il comune di Morciano di Leuca, con i suoi poco più di 3 mila abitanti. Ma c’è anche la beneaugurante Salve, che sembra la quintessenza dell’ospitalità salentina, ci sono nomi come Patù, Specchia, Tricase, Alessano, Miggiano, senz’altro degni di un approfondimento.

Specchia

 

Tra i personaggi famosi della zona, merita un cenno almeno il filosofo Giulio Cesare Vanini, nato a Taurisano nel 1585 e scomparso tragicamente a Tolosa nel 1619. Vanini fu torturato e arso sul rogo, accusato di ateismo. A lui sono state dedicate molte attenzioni nel corso dei secoli e anche di recente numerosi studi stanno focalizzando la sua personalità e il suo contributo al libero pensiero. E tra Taurisano e Leuca la distanza è breve.

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“Il fascino dei paesi del Capo si ritrova intatto in questa corposa guida appena data alle stampe, Venivano all’estremo mare. Luoghi e borghi del capo di Leuca, a cura di Piero Pascali e Daniele Capone (Giorgiani Editore, Castiglione d’Otranto, 2020, pp. 470). Si tratta del terzo volume di un progetto editoriale, intitolato Salento a inchiostro di china, di cui sono già usciti i testi su Castro (2018) e Otranto (2019). Sono previste otto uscite, sotto la supervisione della Società di Storia Patria di Lecce e dello storico Mario Spedicato. Le fotografie sono state sostituite da immagini. Le schede dei 18 comuni, incluse le varie frazioni, sono completate da varie schede specialistiche, a cura di altri studiosi del ramo, e da un’adeguata bibliografia”.

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