di Maurizio D’Anna

Art director e titolare presso Cameralight

Se dico “Fotografia” e poi “Presente”, cosa pensi?

Forse alla capacità che ha la tua fotocamera di congelare l’istante magico di quel tramonto prima che sia passato.

Quando invece colleghi “Fotografia” alla parola “Passato”? Magari pensi a come, quello scatto fatto a nonna Isabella, possa impedire che sfumi il suo ricordo, ora che lei non è più presente…

Eppure, qualcosa non torna…

John Berger, critico d’arte, scrittore e pittore britannico (1926-2017), direbbe che con la fotografia si subisce “il trauma della discontinuità”.

Prima, la magica illusione che il momento registrato e quello in cui lo si osserva in foto siano un tutt’uno temporale; dopo, svanito il miraggio, la malinconica presa di coscienza della realtà e dell’ineluttabile tempo che passa.

“Se invece la parola da associare alla Fotografia è “Futuro”?”

A ben riflettere la faccenda si fa più complicata…

Non dici: “Faccio una foto a mio figlio” se la tua creatura dovrà ancora nascere.

Salvo manipolazioni, uno scatto è prova documentale dell’esistenza di esseri viventi e di realtà vissute, non di vite ancora da vivere.

“Eppure il significato profondo della Fotografia non sta nel suo rapporto col passato, né col presente… ma proprio col futuro”

Perché?

Perché il futuro è il vero collante tra foto e vita. Il senso dell’esistere non è contenuto in un’istantanea, il valore della vita è nella continuità. Non c’è ieri, né oggi, senza sviluppo nel domani.

Di conseguenza la Fotografia non può “prendere vita” al di fuori del trascorrere del tempo.

Ecco come l’immagine di un tramonto ha valore nella misura in cui l’osservatore vi può leggere una durata che si estende al di là di esso.

                                                                                        (Provenza- foto di Maurizio D’Anna)

Ecco come nonna Isabella,  in una foto ingiallita, è viva se ci sei tu nipote, oggi, a ricordarla con quell’amore che sopravvive alla morte.

Lo stesso amore di sangue, la stessa continuità di vita, che un giorno ti legherà al tuo figlio futuro.

“…E se è femmina?”

Beh… ”Se è una femmina si chiamerà Futura” direbbe il grande Lucio Dalla…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Abilita le notifiche per non perderti nessun articolo! Abilita Non abilitare