CARMINA VIRI

di Fulcanelli ©

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ll paziente zero

 

Sono il paziente zero, il primo caso di Wuhan dal quale ha avuto inizio l’epidemia. Sono sopravvissuto ma me la sono vista brutta davvero.

Lavoro al Wuhan National Biosafety Laboratory, la struttura dove vengono studiati gli agenti patogeni più pericolosi al mondo. Stavamo lavorando proprio ai Corona virus quando mi è successo. Li studiamo da tempo, li abbiamo replicati in laboratorio in forme attenuate con ridotta patogenicità e brevettati come vaccino per il trattamento della bronchite infettiva aviaria.

Dopo una giornataccia e una lite furibonda con mia moglie, ho avvertito un’improvvisa secchezza delle fauci e poi è cominciata una tossetta secca e stizzosa. In poche ore è arrivata la febbre, la tosse mi tormentava e ho preso delle medicine ma niente, non andava giù. E’ venuto il medico – poveraccio –, mi ha auscultato e mi ha dato un antibiotico, parlando di una bronchite. L’indomani ero già in ospedale perché non riuscivo a respirare. Pratico il Thai Chi Chuan e conosco il mio corpo e i suoi limiti. Quando lo pneumologo mi ha visitato, ha detto che avevo una polmonite, forse di origine virale, e la sera ero già in isolamento. Ma intanto mia moglie, i miei figli, il medico, avevano incontrato tante altre persone e anche all’interno dell’ospedale mi avevano avvicinato infermieri, medici e portantini. Infatti, dopo alcuni giorni, altri pazienti mi hanno raggiunto nel reparto malattie infettive. Io stavo già meglio ma ero in ansia per i miei. Le notizie che mi raggiungevano sotto la cortina erano incerte e parziali.

Trascorrevano i giorni, finché una sera un medico mi ha detto che avevano capito che si trattava di un virus sconosciuto che stava colpendo parecchie persone a Wuhan, una specie di SARS. Quando sono uscito dall’isolamento, ho visto la mia città sotto il coprifuoco e la Cina in preda al panico e nelle mani dell’esercito. Ho saputo solo dopo che mia suocera non ce l’aveva fatta.

Finora i media hanno individuato nel mercato di Wuhan l’origine del virus ma so che prima o poi qualcuno sospetterà che il nuovo virus Corona lo abbiamo creato noi del National Biosafety Laboratory e che ci è sfuggito di mano.

Possibile, o meglio, non impossibile.

Il punto è che bisognerebbe dire alla gente che ormai non solo le multinazionali e le superpotenze ma anche un piccolo laboratorio clandestino è in grado di creare un virus potenzialmente pandemico, vista la globalizzazione che permette anche alle malattie di espandersi in tutti i continenti. I governi acquistano tonnellate di tamponi e vaccini ma non fanno niente per prevenire il problema creando una rete di controllo internazionale e imponendo la pubblicazione open source delle ricerche.

Ogni Stato pensa solo a se stesso e a munirsi di armi per sé, la guerra batteriologica è già in corso su tutti i fronti, non solo militari; pensiamo a quante imprese, soprattutto multinazionali, potranno trarre enorme vantaggio dallo scoppio delle epidemie. Chi vende vaccini, antivirali, mascherine protettive, disinfettanti, trasporto e consegna a domicilio delle merci, servizi via internet in generale…

 

Il secondo racconto

https://www.scriptamoment.it/2020/03/13/carmina-viri-s1-e2-tetrafobia/

 

 

 

 

 

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