Simona e la nuova Borsa del Valore
di Luigi Triggiani
Segretario Generale Unioncamere Puglia
Il direttore di questa testata cosi cool, Enzo Varricchio, due giorni fa mi invia una mail asciutta, priva di orpelli, come solo una persona con una amicizia fraterna può fare: “Per Natale non mi hai inviato niente. Fallo per il numero di gennaio intitolato POTERE AL SUD, nel doppio senso di potere=governo e di potere=possibilità, poter fare”.
Mi frega sempre, Enzo. Riesce sempre a stimolare la mia curiosità e la mia voglia di partecipazione; anche quando, come in questo momento, avrei solo voglia di ritirarmi a zappare la terra – cosa che peraltro sto provando a fare con alterne fortune, solo per usare un blando eufemismo.
E i motivi per cui davvero mi sento così scoraggiato stanno forse proprio nel SUD, nella nostra inconsapevole capacità di aver forse coniato un nuovo motto, “De’ remi facemmo arpioni”. Sì, perché l’Ulisse narrato da Dante che, convinti i compagni a proseguire nel suo mitico viaggio, narra: “e volta nostra poppa nel mattino, de’ remi facemmo ali al folle volo”, ha lasciato questa terra troppo tempo fa.
A noi, alle ultime generazioni sono stati lasciati in eredità i remi, che noi stiamo trasformando in ormeggi, con un colpevole immobilismo autodistruttivo; immobilismo accompagnato dall’IO che sostituisce il NOI, in questa battaglia di retrovia: ognuno pensi per se, ognuno salvi la propria piccola posizione, mentre tutto attorno decade. E sembra anche di non accorgecene. Ogni tanto abbiamo una scossa, poi veniamo di nuovo avvolti nel limbo. La mia ultima forte scossa, ricevuta qualche settimana fa, però, mi ha fatto davvero male. No, questa volta bisogna contrattaccare.
I palazzi, purtroppo, non crollano soltanto nel centro di Marsiglia, ma la tragedia che ha visto Simona Carpignano – la 30enne tarantina – tra i cadaveri sotto le macerie della città francese deve scuoterci, darci la sveglia, in questo nostro paese troppo vecchio e masochisticamente indifferente.
La morte di Simona, una delle tante stelle che brillano lontano dal nostro piccolo mondo in cui sgomitiamo tutti i giorni, ci lascia sgomenti, ed anche un po’ colpevoli.
Ci accorgiamo dell’esistenza di ragazze e ragazzi splendidi come Simona soprattutto in occasioni tragiche come questa: emigrata in Francia, due laure, ancora più lingue conosciute, la determinazione e i progetti non solo per tornare, ma per dare valore alla sua terra; la storia quasi ordinaria dei “migliori che se ne vanno”, una storia che dobbiamo cercare di invertire.
Una sua amica d’infanzia, Vanessa, sui social scrive che Simona: ‘ha raggiunto traguardi stimabili. Ha vinto un concorso con un progetto che ha studiato interamente da sola. Un progetto che è la sua speranza, la sua luce per Taranto, la nostra città. Lei è avanti. Lei è tosta. Testarda. È un’illuminata’. E ancora: ‘Dove noi vediamo campi abbandonati a sé stessi, lei vede il futuro del suo progetto. La possibilità di dare una dignità e un’alternativa a Taranto’.
Non si offenda nessuno: pochi Tarantini, pochi Pugliesi, vedono grandi alternative per Taranto; con la determinazione, con l’apertura mentale di chi vive nel mondo, con la competenza di Simona e di tanti altri “emigrati” possiamo ripartire: è una ricchezza infinita, il tesoro che noi stessi abbiamo racimolato, e che stoltamente regaliamo ad altri. Gli occhi loro, il loro punto di vista, la loro freschezza, la loro esperienza, la loro caparbietà, sono una risorsa immensa.
Sulla stampa in queste settimane abbiamo letto che Simona aveva tanti progetti per la sua terra, dall’idea della coltivazione e della lavorazione della canapa a quella di realizzare una guida interattiva e multilingue della Puglia. E ancora, che due anni fa aveva collaborato in maniera volontaria a progetti per la valorizzazione dell’antica chiesa Sant’Andrea degli Armeni, un piccolo gioiello architettonico della città vecchia di Taranto.
Perdiamo una Persona – e non solo, tragicamente, per il crollo di Marsiglia, ma ne perdiamo le energie e le idee nel momento in cui lei “deve partire per ” – che si è occupata di volontariato e di valorizzazione in una terra, ne parlo da barese ma temo non sia tanto diverso in altre parti del Sud, in cui il sacchetto della spazzatura ai margini della città non è affar mio ma una competenza di chi è preposto…
Tutto questo deve finire. Stiamo bruciando il nostro capitale più importante. Certamente non tutti i ragazzi che vanno via sono geniali o determinati, molti vanno a Londra perché è trendy dire di lavorare e vivere lì, ma dobbiamo dare una scelta ai migliori. Per farlo, come prima cosa, dobbiamo sapere cosa fanno e dove vivono ora, dobbiamo costruire una rete di relazioni e mostrare loro la parte di Sud che funziona bene e che ha bisogno di loro, collegare le eccellenze. Da qui la mia proposta: costituire un repertorio autoreferenziato dei giovani che sono fuori dalla Puglia/Italia e un serbatoio d’idee a disposizione delle imprese e con gli imprenditori de Sud, un osservatorio e un “pensatoio” in cui scambiarsi orientamenti, idee o semplicemente CV., costituendo al tempo stesso una rete internazionale/osservatorio con punti di riferimento in altri Paesi.
Si potrebbe anche pensare di costituire, tra sponsor istituzionali e con una operazione di crowfunding, un premio/borsa per la realizzazione di una idea da realizzare al Sud.
Chi mi aiuta?
Nota a margine: l’Ulisse raccontato da Dante è nell’Inferno, e più precisamente nell’ottava Bolgia, uno dei punti più bassi dell’universo infernale, laddove sono punite le anime dei consiglieri fraudolenti, coloro cioè che hanno posto il loro ingegno non a servizio del bene e della virtù cristiana, bensì dell’inganno. Tra queste fiamme vedo almeno un paio di generazioni di politici, ed anche due-tre generazioni di elettori, perché alcune volte la colpa grave può essere più grave del dolo…
“Stiamo bruciando il nostro capitale più importante.” La affermazione potrebbe apparire grave se non fosse che il capitale umano nel meridione d’Italia non ha opportunità né occasioni per fruttare in numero congruo rispetto alla quantità di braccia e di cervelli. Più che bruciato è inutilizzato. Se ne approvvigionano altrove, confermando la legge non scritta che i territori ben condotti (o almeno non abbandonati a loro stessi) attirano persone di buona volontà e che il resto è solo una giornata al mare.