di Gaia Musaio Somma

Se la vita di un gatto si trovasse in pericolo, come agiremmo per poterlo salvare?

Senza dubbio, presi dal panico, ci precipitiamo a chiamare una squadra di vigili del fuoco che possa immediatamente soccorrerlo e riportarlo sano e salvo fra di noi.

Ma la risposta a questa domanda non è stata altrettanto semplice per gli studiosi del mondo della fisica quantistica, che sulla questione hanno lavorato duramente e a lungo.

“Ma cosa c’entra un gatto da salvare con la fisica quantistica?” viene spontaneo pensare.

Nel 1935 il fisico tedesco Erwin Schrödinger si accingeva a dimostrare una delle più importanti teorie della fisica moderna: il principio di sovrapposizione e il collasso degli stati. Il soggetto scelto come protagonista del suo esperimento fu proprio un gatto che, pur non esistendo realmente, ebbe un ruolo fondamentale, mettendo in gioco una delle sue sette vite.

Lo studioso immaginò di rinchiudere il valoroso felino in una scatola d’acciaio all’interno della quale si trova un congegno mortale, che per il 50% delle possibilità è in grado di avvelenare lo sfortunato e per l’altra metà di lasciarlo vivere.

Fino a quando la scatola non verrà aperta non potremo sapere quale sorte gli sarà toccata e, pertanto, possiamo affermare che il gatto si trova nella cosiddetta “sovrapposizione di stati”, cioè, paradossalmente, è sia vivo che morto.

La sua condizione verrà irrimediabilmente determinata solo quando sarà sollevato il coperchio e a quel punto potremmo anche ritrovarlo morto.

Questo è proprio quello che accade alle minuscole particelle del mondo quantistico: fintanto che rimangono inosservate, si possono trovare, come il gatto, nello stesso istante in stati diversi e casuali. Ma, se dovessimo cedere alla curiosità e le sbirciassimo, le obbligheremmo necessariamente a scegliere un unico ed invariabile destino.

Come Orfeo che, non riuscendo a resistere alla curiosità, si voltò a guardare la sua amata Euridice mentre la portava fuori dal Regno dei Morti: il suo gesto la condannò a tornare tra le Tenebre per l’eternità.

Come fare quindi per non rischiare di aprire il coperchio e ricevere una terribile sorpresa? Ebbene, gli studiosi della Yale University hanno scoperto la possibilità di captare un segnale che ci avverta nel momento in cui sta per avvenire un cambiamento di stato, ovvero il gatto passi dalla vita alla morte, in modo da poter intervenire in tempo. Ciò significa che, se da una parte dobbiamo rinunciare ad osservare direttamente le particelle per non condizionarle, dall’altra possiamo essere informati suoi loro movimenti. Basta infatti intercettare il segnale che preannuncia un imminente spostamento (“salto”).

Meglio quindi stare in allerta!

La scoperta è risultata clamorosa e il celebre gatto, dopo tanto tempo, è finalmente sano e salvo: il suo padrone, Erwin Schrödinger, non potrà che esserne felice.

1 thought on “Salviamo il gatto di Schrödinger

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