Mystic Day

 di Giulietta Bandiera

giornalista e formatrice

Ciò che è in alto è come ciò che è in basso

Ermete Trismegisto, Tavola Smeraldina

“Come insegna la fisica moderna, le particelle luminose sono infinitamente più numerose di quelle materiali ed esse fungono da messaggere, creando un campo di informazione globale. Tali particelle vivono per sempre e sono più veloci della luce, tanto da poter essere ovunque nello stesso istante.

Non sono forse queste, le caratteristiche degli Angeli?

La luce è la messaggera del cosmo e in fisica per luce si intende il campo elettromagnetico composto da particelle dette fotoni (dal greco φως “phos”).

Il fotone è un quanto di luce, la cui sostanza e il cui comportamento richiamano quella dei “celesti messaggeri” per alcune caratteristiche alquanto peculiari.

La prima è che i fotoni possono presentarsi sia in forma di particelle materiali, che in quella di onde luminose. Proprio come gli Angeli, dunque, possono essere del tutto privi di massa (corpo), o assumerne uno, sia pure in modo fugace e spesso sfuggente ad una osservazione poco consapevole.

Come i loro omologhi “alati”, d’altro canto, anche i fotoni sono inoltre eterni e cento miliardi più numerosi rispetto alle particelle materiali che compongono l’universo, anche se di questa realtà infinita noi non possiamo percepire che una minima porzione.

Come indica il loro nome, gli Angeli

 (dal greco ἄγγελος, ággelos, “messaggero”)

sono considerati gli intermediari fra il cielo e la terra

La medesima funzione che i fisici attribuiscono anche ai fotoni, i quali fungono da postini universali e, viaggiando alla velocità della luce, recano messaggi tramite i quali sono in grado di collegare fra loro tutte le particelle materiali.

È dunque grazie al servizio di informazione fotonico se gli elettroni si congiungono con altri atomi, per formare strutture più complesse: dalle molecole, ai cristalli, alle varie forme di vita vegetali e animali, fino ai nostri stessi corpi, alle stelle e alle galassie.

Così come nella tradizione religiosa esistono diversi tipi di Angeli, anche nella struttura della materia vi sono generi differenti di particelle.

Prendiamo per esempio i bosoni. A differenza dei fermioni, che sono particelle materiali competitive, che si escludono a vicenda[1], questi ultimi sono invece amichevoli e globali e possono occupare in gran numero lo stesso stato quantico.

Una caratteristica che richiama, non a caso, quell’antica credenza secondo cui gli angeli potrebbero stare in milioni sulla capocchia di uno spillo.

Se però gli Angeli fossero bosoni” ne deduce l’astrofisica Giuliana Conforto “allora i nostri corpi umani composti da fermioni potrebbero essere considerati come angeli caduti, che cercano disperatamente l’amore perduto”, il che non suona affatto inverosimile.

Ma le particelle in assoluto più angeliche sono senza dubbio

 i tachioni (dal greco ταχύς, tachýs, “veloce”)

Queste unità infinitesime, non misurabili e perciò dette “ipotetiche”, che hanno ispirato decine di autori di fantascienza, viaggerebbero infatti a velocità superiore a quella della luce e avrebbero una struttura tripla, che molto ricorda la simbologia trinitaria, ma anche le tre paia d’ali con cui vengono raffigurati i Serafini, ovvero gli angeli più alti della gerarchia celeste.

Una delle prerogative dei tachioni è che essi non possono mai rallentare, nemmeno per raggiungere la velocità della luce, pena la loro stessa sussistenza. Per superare la velocità della luce, tuttavia, una particella non può avere una massa (un corpo), pertanto, obbedendo alla legge della relatività di Einstein, essa trascenderà la dimensione dello spazio-tempo, per proiettarsi in una dimensione dove tali coordinate si invertono, creando un tempo immobile e uno spazio che scorre, il che consente ai tachioni, come agli angeli, di poter essere contemporaneamente ovunque nello stesso tempo.

Per accedere alla dimensione angelica, insomma, tutti siamo chiamati a immergerci nella luce, staccando i contatti della mente razionale (il nostro computer di bordo) per superare i nostri limiti fisici.

Solo allora le porte dell’Antakaras, quello che le culture orientali identificano come “il cancello di Dio” si aprirà, rendendoci simili ai nostri “maestri invisibili”.

E così come i tachioni smettono di esistere se la loro vibrazione si abbassa, così anche noi non possiamo dire di vivere veramente, se non nei rari momenti in cui vibriamo alle frequenze sublimi dell’amore, le uniche capaci di proiettarci nello stato di entropia negativa che ci fa tendere verso l’ordine, l’unione e la felicità …

Bio-Bibliografia

Giulietta Bandiera vive a Milano, dove lavora da molti anni come giornalista, scrittrice e autrice televisiva per le reti nazionali. Di formazione junghiana, tiene altresì conferenze, seminari e corsi di formazione in tutt’Italia sullo sviluppo della coscienza e il dialogo fra scienza e spiritualità. Ha firmato come autrice il film documentario “Dialoghi con l’Angelo” (Honoro Film, 2009) e ha al suo attivo una ventina di pubblicazioni, fra cui ricordiamo le più recenti: “Oltre il cancro” (Sperling & Kupfer, 2016), “L’amore che basta” (Novalis, 2018).

[1] Obbedendo al principio di esclusione di Pauli che stabilisce come un singolo stato quantico non possa essere occupato da più di un fermione.

 

 

PH credit: Mystic Day, Conceop Photo, Pino Verrastro-Enzo Varricchio, 2022

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Abilita le notifiche per non perderti nessun articolo! Abilita Non abilitare