Il calo delle nascite continua a pesare sull’economia italiana
di Ermes Strippoli
Dall’ultimo Rapporto Annuale dell’ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica) emerge che il tasso di natalità continua a scendere (1,20 nascite per donna) con effetti negativi nei prossimi anni sul tasso di crescita del PIL (Prodotto Interno Lordo).
Quest’anno ci attende un nuovo record negativo: il calo delle nascite che con molta probabilità risulterà maggiore di quello del 2022. Il Rapporto Annuale dell’ISTAT sottolinea che l’invecchiamento della popolazione italiana si accentuerà nei prossimi anni e ci saranno gravi conseguenze sull’economia del paese.
Il calo delle nascite registrato nel 2022 rispetto al 2019 è di circa 27 mila nascite in meno. Questo è dovuto per l’80% alla diminuzione delle donne tra 15 e 49 anni di età e per il 20% al calo della fecondità.
Questo fenomeno si può combattere investendo sul benessere delle nuove generazioni e si può fare quindi in modo che il ricambio generazionale sia in parte compensato dalla maggiore valorizzazione. L’indicatore che misura il benessere dei giovani in Italia è il più basso in Europa, però, grazie alle risorse finanziarie messe in campo per uscire dalla crisi dovrebbero rafforzare gli investimenti e quindi il benessere dei giovani.