di Samanta Leila Macchiarola

“Considerate la vostra semenza:

fatti non foste a viver come bruti

ma per seguir virtute e canoscenza”

Inferno,XXVI,vv.118-120

 

Nella situazione di generalizzato e trasversale disorientamento in cui oggi siamo chiamati a vivere, disorientamento che si aggiunge ad una già più o meno dichiarata assenza di punti di riferimento certi (valoriali, familiari, sociali, epistemologici), la celebre terzina dantesca, con la sua dirompente attualità, risuona, nel mondo della scuola, come un monito a perseverare, nonostante la difficoltà del viaggio e le criticità del momento, nel costruire percorsi di “conoscenza” e, soprattutto, di “crescita”.

Tra piattaforme digitali, Dad, Did, chiusure e rientri, rientri a metà, recuperi orari, attività digitali sincrone e asincrone, problemi di connessione, richieste delle famiglie, apprensione tra gli studenti, 50%, 100%, PCTO, corsi di formazione, collegi docenti, consigli di classe e colloqui a distanza, webcam disattivate per dubbie ragioni durante le ore di lezione, genitori in agitazione, chat whatsapp operative h. 24 (o quasi!), la scuola sta vivendo un momento epocale che, senza ombra di dubbio, passerà alla storia.

Eppure r-esiste…

Le scuole di ogni ordine e grado, con uno sforzo senza precedenti e con il coinvolgimento di tutta la comunità scolastica (dai dirigenti al personale ATA, dalle famiglie agli studenti), hanno dovuto avviare una trasformazione di straordinaria portata relativa a modalità, strategie, metodi di insegnamento-apprendimento, gestione dei conflitti e delle criticità.

Gli spazi scolastici hanno subito altrettanti stravolgimenti, consegnandoci immagini  stranianti e percezioni uditive a cui non eravamo abituati: silenzi e vuoti di luoghi che attendono di essere colmati. Aule e palestre mute; corridoi, cortili e spazi comuni  dominati  dalla sensazione dell’assenza.

“Dare voce a questo mondo, interpellando i diretti protagonisti per riflettere insieme in questo particolare momento di “emergenza educativa” (e non solo), ci è sembrata, allora, una buona idea…”

 Abbiamo, così, posto alcune domande a chi opera, a vari livelli, nella scuola e per la scuola e, senza escludere gli studenti: abbiamo chiesto di “definirla”, di provare a cambiare “ruolo”, di esprimersi sui percorsi di PCTO, di evidenziare criticità e aspetti positivi di questa istituzione, oggi più che mai, deputata ad essere luogo di “cura”.

“A molteplici punti di vista sono corrisposte altrettante opinioni sul senso di “essere scuola”, se, al contrario di come dice la canzone, un senso ancora ce l’ha…”

 Sicuramente la Dad ci ha obbligato a modificare la prospettiva, ha condotto tutti a farlo: da un lato, ad adottare metodi di insegnamento-apprendimento diversificati e “sostenibili”, dall’altro, ad accogliere nelle nostre case un mondo che conoscevamo solo indirettamente, dai racconti dei nostri figli, dalle pagine dei loro quaderni, dai rari momenti in cui abbiamo dialogato con i loro insegnanti che mai ci saremmo sognati di ascoltare e vedere, nel bene e nel male, in “azione”!

Inaspettatamente la scuola si è “svelata”: nei suoi punti di forza e di debolezza, variamente impegnata a valorizzare gli studenti, grandi e piccoli, nel tentativo di non perdere quel contatto infranto dalla distanza del  digitale.

Si è rivelata in tutta la sua “resilienza”…

Cerniera tra realtà esterna e mondo dell’apprendimento, pronto soccorso formativo, palestra di vita, traghettatrice di vite e destini, luogo di relazione e di promozione di soft skill, tassello imprescindibile della vita di ognuno, specchio della società,  centro di crescita formativa della persona e del futuro cittadino, laboratorio di ricerca-azione, “officina”, “tempio” sacro. Queste, alcune delle visioni emerse, delle interpretazioni proposte…

In questo difficile momento in cui, nonostante lo strenue impegno di tanti insegnanti, in molti si chiedono cosa abbiano imparato i nostri studenti, la scuola (in tutte le sue componenti), continua a indicare la rotta, anzi, è chiamata a farlo.

Senza risparmiarsi in passione, creatività e strategie; puntando all’essenziale e, nello stesso tempo,  ponendosi come “faro” di “saperi” e competenze.

E, soprattutto,  senza mai perdere di vista, come Dante ammonisce, la bellezza, la forza, la vitalità e il coraggio della ricerca della conoscenza che rende l’uomo degno di essere tale, distinguendolo dai “bruti”.

1 thought on “La scuola che r-esiste

  1. Gentile professoressa Samanta, si vede il suo grande amore per la scuola, per i suoi ragazzi e le sue ragazze. Siamo stati chiamati, sono stati chiamati a vivere un momento durissimo della loro vita fatto di privazioni, proprio nel momento in cui avevano bisogno di SAPERI, di ARTE, di POESIA, di RELAZIONI, di RAPPORTI e tanto altro che una quotidiana normalità è capace di offrire e di aiutare a cogliere, a vivere.
    Ti ringrazio per la tua passione.

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