di Massimiliano Porro

Hai dentro gli occhi l’alba e l’occaso, ed esali

profumi come a sera un nembo repentino;

sono un filtro i tuoi baci, e la tua bocca è un calice

che disanima il prode e rincuora il bambino.

Charles Baudelaire, Inno alla Bellezza

 

Bagliore avvolgente, profumo inebriante, amore sensuale, parole che rincuorano e abbracciano. Non si potrebbe definire meglio cos’è la bellezza, costantemente desiderata dall’essere umano che, in fondo in fondo, è sempre stato artista, perpetuo artefice che ha ricamato, nella sua millenaria storia, forme intrecciate a culture, luoghi di nascita e d’avventura.

In questo cammino di ricerca tutti i sensi ne sono coinvolti e stimolati come tasti di un pianoforte che, al tocco lieve del musicista, emettono vibrazioni uniche. Non esiste sensazione così poliedrica, soggettiva, mutevole.

E proprio oggi, nel pandemico anno duemilaventi – accanto all’impagabile sforzo di medici e infermieri che cercano di curare il corpo – s’eleva alto un disperato urlo munchiano. L’animo di ciascuno, caduto nel profondo ineluttabile baratro infernale, cerca senza sosta la bellezza inseguendo una nuova alba luminosa e lasciando che il tramonto sia solo uno spettacolo meraviglioso piuttosto che un triste sipario sulle vite umane… Quanto è faticoso usare questo termine nei mesi che stiamo vivendo… Ma è necessaria una riscoperta, un solenne ritorno rischiarato dall’Arte. La bellezza, ricorda Alda Merini non è che il disvelamento di una tenebra caduta e della luce che ne è venuta fuori e, secondo Oscar Wilde, regna per diritto divino. Immaginiamola allora come una giovane madre che cammina nelle strade deserte, pronta ad accorrere al richiamo degli artisti per dar vita ad una nuova creazione dove le più disparate tonalità e i molteplici sentimenti siano le tracce indelebili di un capolavoro.

Il Duomo di Milano, la Galleria degli Uffizi, la straordinaria mostra alle Scuderie dalle Quirinale a Roma dedicata ai 500 anni dalla morte di Raffaello, le immagini aerea delle silenziose e solitarie piazze d’Italia e del mondo. Quanti esempi potremmo riportare in un elenco senza fine. Ma sarebbe troppo facile guardare solamente al passato e lasciarci emozionare da monumenti e musei alla portata di un click. Fanno parte del patrimonio dell’umanità – e tali restano – ma l’individuo contemporaneo aspira anche ad un altro archetipo di bellezza in cui le regole sono sovvertite superando l’armonia ideale e la tradizione. L’artista è uomo libero, libero pensatore e creatore non solo d’arte ma anche di coscienza critica nel fruitore che subisce uno shock, uno scuotimento per poter poi respirare aria nuova.

E può accadere che un’opera maestosa come la Pietà michelangiolesca, così piena di sofferenza e – dunque – d’infinta magnificenza, venga reinterpretata dall’artista italiano, comasco di nascita ma ormai internazionale d’adozione, Pierpaolo Perretta, alias Mr. Savethewall. Già alcuni anni fa aveva sostituito il corpo di Cristo con la bandiera d’Italia e ora, nella nuova versione, si sono aggiunti uno stetoscopio sulle spalle e una mascherina sul dolce volto della Vergine.

Ecco dove risiede, attualmente, la vera bellezza! Nella commozione generata dall’intuito di chi sa guardare con gli occhi del cuore. Un omaggio a chi sta lottando ogni giorno per farci uscire da quest’incubo. Una verace professione di fede laica ma colma di forza espressiva.

Allo stesso modo Vanni Cuoghi, artista genovese e docente di pittura all’Accademia “Aldo Galli” – IED di Como, sta accompagnando la quarantena pubblicando ogni giorno un piccolo ma prezioso acquerello che racconta “questi nostri strani giorni” – Our Strange Days (si veda l’omonima pagina Instagram) – accompagnati da un testo tratto da quotidiani o dalla letteratura a cura del gallerista Giuseppe Pero.

Scrigni – come le opere nate in contrasto alla peste nera di metà Trecento – il cui pregio sta nel saper appunto custodire e tramandare, con un linguaggio tra il classico e il moderno, le sensazioni più profonde. E che dire della Street Art effigiata sui muri delle metropoli! Alla Ragazza con l’orecchino di perla del pittore seicentesco Jan Vermeer, riproposta dal misterioso quanto celeberrimo Banksy, pochi giorni fa è spuntata una mascherina. Pony Wave ha invece raffigurato due persone che si baciano indossando maschere a Venice Beach, California.

Già! Il bacio. Quello stesso bacio ricordato da Baudelaire nella quartina sopracitata. E si riesce anche a sorridere davanti al Gollum di Eme Freethinker che – su un muro del distretto di Prenzlauer Berg a Berlino – si trova tra le mani, non più l’anello ma un rotolo di carta igienica, ora bramata come un nuovo “tessssoro”.

Dalle pagine miniate medievali alla produzione contemporanea il salto è più breve di quel che si pensi: sullo sfondo l’idea e l’ideale di bellezza sono mutati ma rimane indelebile la sua funzione di ancora di salvezza. Del resto che tu venga dal cielo o dall’inferno, che importa, Bellezza! Mostro enorme, spaventoso, ingenuo! Se i tuoi occhi, il sorriso, il piede m’aprono la porta di un Infinito che amo e che non ho mai conosciuto?

 

 

 

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