Bari antica vista dal castello normanno-svevo. PH: Enzo Varricchio, 2018

 

di Enzo Varricchio

Bari è una delle città più affascinanti del Mediterraneo, antico approdo da e verso Oriente, unica nel suo genere per il singolare incontrarsi e mescolarsi di popoli che hanno lasciato impronta nei monumenti, in usi e tradizioni, nei cibi gustosi e nei vini profumati.
E’ una città ricca di storia e leggenda, d’arte e di passione, incorniciata dal lungomare, immortalata dalla gloria dei suoi teatri, lusingata dallo charme delle boutiques del centro murattiano. Moderna, da sempre molto moderna e aperta, anche più di altre piccole grandi capitali delle diverse nazioni locali che fanno dell’Italia il più bel paese del mondo.

Ma il più incredibile dei suoi luoghi resta il borgo antico. Un’aura d’incontaminato mistero, il luccicare di monumentali biancori, un silenzioso ripetersi di gesti remoti, un profumare odoroso di cose buone da sempre e uno scalpicciare improvviso pei bui viottoli, tra maschere lapidee e edicole votive che all’imbrunire tramutano in vaghe sembianze di geni e apparizioni, tutte queste cose, e tante altre ancora, rendono la cittadella della Bari medievale, con al centro la tetragona basilica di San Nicola, una
straordinaria testimonianza di umana civiltà ben degna dell’UNESCO, tanto che stupisce non si sia presentata ancora istanza di riconoscimento, che non sia realizzato un parco culturale di San Nicola, il santo che unisce le genti.
Visitare Bari antica è compiere un viaggio nel passato, rompere il continuum spazio temporale e ritrovarsi nel lontano Medioevo.
Bari antica è una macchina del tempo. Il viaggio è nella bellezza.

Non è certa l’origine della denominazione “Bari”, che potrebbe derivare dal caldaico originario beiruth (castello), piuttosto che dal greco Bayrìa, (costruzione di case, borgata), oppure dall’antico fiume Var. Il nome ΒΑΡΙΝωΝ (Barinon) compare sul verso di antiche monete custodite nel museo archeologico nazionale di Firenze. Vi è raffigurato il dio Eros fanciullo nell’atto di scoccare una freccia a bordo di una barca attorniata dai delfini. Una buona stella si staglia nel cielo ad accompagnarne la rotta. Mare e amore per la vita sono da sempre la cifra sentimentale della città.
Abitata sin dall’età del bronzo, si dice fondata dal mitico re Japige, capostipite eponimo degli Japigi – Peucezi, un popolo d’origine illirica proveniente dall’attuale Albania.
L’esser posta lungo il tratto costiero della via Traiana, prosecuzione della via Appia che collegava Benevento a Brindisi, rese Bari facilmente raggiungibile, contribuendo non poco al suo sviluppo economico e demografico.
L’Età medievale vide Bari eletta capitale bizantina dell’Italia meridionale, e impresse i segni più profondi e ancora manifesti nel cuore della città con una serie di eventi memorabili: la traslazione nel 1087 delle spoglie di San Nicola, il santo più venerato della Cristianità poi trasformatosi in Babbo Natale (Santa Claus=Sanctus Nicolaus); il Concilio del 1098 alla presenza di Sant’Anselmo d’Aosta, eccelso filosofo inventore della prova ontologica dell’esistenza di Dio; l’espansione dei monaci benedettini a scapito di quelli italo-greci; le Crociate e le gesta delle cavallerie templari, giovannite, teutoniche, con le loro domus e grange, l’edificazione del castello normanno svevo e di un bianco mantello di chiese.

 

L’autore dell’articolo davanti alla basilica pontificia di San Nicola a Bari

Già con i Longobardi, la Traiana era divenuta parte della Via Francigena (francese), una rete stradale antesignana delle moderne autostrade che, dall’Europa centrale toccava numerosi centri religiosi fino a Roma prima di condurre i pellegrini al santuario di san Michele di Monte Sant’Angelo sul Gargano e poi, durante le Crociate, alla tomba di San Nicola di Bari e all’imbarco degli eserciti verso Gerusalemme.
Poi Bizantini, Berberi (fu un emirato tra l’847 e l’871, il più rilevante insediamento islamico nella Penisola italiana), ancora Bizantini, Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi, Veneziani, si succedettero nel governo della città, mentre la sua vocazione marinara e commerciale la volgeva a levante e agli scambi con gli altri popoli mediterranei, dando così origine a uno straordinario melting pot, una stratificazione culturale ancora percepibile passeggiando per le strade incantate del borgo avito.
Bari antica è la metà di Bari. L’altra metà, la città nuova, fondata il 24 aprile del 1813 dal re di Napoli Joachim Murat, cognato diNapoleone Bonaparte, è separata dalla prima per mezzo dell’ottocentesco corso Vittorio Emanuele II. Fu una cesura voluta, premeditata. Bari “vecchia” era il passato, un passato oscuro e dogmatico da dimenticare, da cancellare in nome del futuro illuministico-napoleonico. Anche a costo di girarsi di spalle al mare, di sfuggire a quell’azzurro liquore che aveva fatto la sua storia e che così spesso ricorre nei miracoli di San Nicola.
Il borgo medievale divenne il lato inquieto e levantino del capoluogo pugliese, con i vicoli stretti stretti, le case fitte e basse, le chianche scalpiccianti, le corti bianchissime, i balconi fioriti, le innumerevoli chiese, lo sterminato patrimonio di edicole, metope, ex voto, il genoma composito della sua popolazione, scampata per miracolo agli stenti, alle epidemie, ai bombardamenti dei più recenti eventi bellici, una gente fiera e ancorata alla tradizione, alla lingua dialettale sapida e verace come la sua rinomata
focaccia al pomodoro.

Questo incredibile patrimonio è ora tornato al centro degli interessi turistici internazionali per la sua unicità e per la forza millenaria della sua tradizione culturale e culinaria.

 

BARI HIGHLIGHTS
Castello normanno-svevo
Chiesa di San Giacomo e Piazza dell’Odegitria.
Arco della neve con tipica edicola votiva di San Nicola.
Cattedrale di San Sabino e della Vergine Odegitria –
Arcivescovado. Museo diocesano (rotoli dell’Exultet).
Strada del Carmine e chiesa omonima.
Chiesa di San Marco dei Veneziani.

Viale delle Crociate. Arco Angioino con stemmi nobiliari e altorilievo di San Nicola.
San Gregorio.
Statua di San Nicola donata dal popolo russo.
Piazza San Nicola. Basilica. Visita interno.
Largo Abate Elia e Portico dei Pellegrini.
Chiesa di Santa Maria del Buonconsiglio
Monastero e museo di Santa Scolastica.
Via Venezia – La muraglia.
Strada Palazzo di Città. Antico “Panificio Fiore” e la piccola arca con il Barinon scolpito.
Chiesa del Gesù.
Piazza Mercantile, colonna della giustizia e palazzo del Sedile.
Il fortino Sant’Antonio.
Piazza Ferrarese (resti via Appia-Traiana)
Chiesa Vallisa.
Ex monastero di San Benedetto.

 

PH:

Enzo Varricchio, Bari antica dal castello federiciano, 2018

Beppe Ardito, 2016

 

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