di Ezio Cirone

Lo specchietto per le allodole

Il Club dei 27 o J27, è la lista di famosi artisti o autori deceduti in circostanze emblematiche e sospette all’età di 27 anni.

Tra i più noti ricordiamo Jimi Hendrix, Janis Joplin, Jim Morrison, Kurt Cobain, e l’ultimissima star di questa misteriosa e celebre lista della storia della musica, la straordinaria Amy Winehouse.

Non è difficile trovarsi di fronte a molte domande senza risposta per via di anomalie di vario tipo che hanno misteriosamente coinvolto queste celebrità.

Ad ogni modo esistono molte similitudini, racconti e aneddoti convergenti tra loro, uno stile inconfondibile, un grande ego, elevata notorietà, eccentricità, abusi di droghe e alcool, tendenze depressive e problematiche psicologiche, e molto spesso tutte con il medesimo destino, la morte.

Ma qui, tralasciando leggende metropolitane del conclamato patto con il diavolo siglato da Robert Johnson, cantautore e chitarrista statunitense, nonché fondatore del noto Club, abbiamo a che fare con un problema molto più grave di quel che si potrebbe dedurre o supporre, stiamo parlando di una vera e propria manipolazione mediatica, un controllo mentale che ha esposto questi artisti, dai più ai meno noti, ad un trauma così violento che ha trasformato le loro menti creando delle dissociazioni dal reale spingendoli anche al suicidio.

Il club dei 27 potremo definirlo più che altro un marchio di fabbrica, e più semplicemente, un complotto mediatico costruito ad hoc per depistarci da verità nascoste che sono molto più terrorizzanti da ciò che hanno sempre voluto farci immaginare o credere.

Il patto con il Diavolo? Riti di magia nera? No no, assolutamente no!

Ed ecco che la magia e il mistero, celati dietro una perfetta immagine venduta al mondo nella sua importanza come fosse una figura retorica, allegorica nel contesto specifico, si trasforma in un qualcosa di visibile, decifrabile, tangibile e frutto di un perfetto piano studiato ad hoc da menti diaboliche, venditori di false illusioni, creatori e registi di fantastiche trame dal finale straziante.

Vittime di un progetto

Trauma, tormento e autolesionismo, espedienti strutturati per indurre le menti deboli dello scenario artistico alla profonda ricerca interiore attraverso la devastazione della propria psiche, consegnarli la chiave del successo, trasformarle in grandi super star senza tempo, darle in pasto al mondo, per poi invitarli con inganno ad auto distruggersi fino a diventare leggenda, e in tal contesto, la Psicologa Manuela Latrofa potrà offrirci notevoli analisi e approfondimenti a riguardo.

Una vera e propria programmazione per insediarsi nei loro pensieri, anche quelli più reconditi, contraffarne i valori, manipolare e trasformare la loro personalità, al punto che, una volta “lasciati liberi”, al contatto con la normalità del mondo, si sentono abbandonati e diversi dalle masse, fino al punto di disprezzare la loro natura, auto infliggersi e addirittura porne la fine con la morte.

Ed ecco che quella “magia” si trasforma in una realtà senza condizione e compromesso alcuno, un nuovo modello di vita di cui non puoi farne a meno, a rischio di sacrificarne la pelle.

Franz Kafka sosteneva che:

“Spesso è più sicuro essere in catene che liberi”

In conclusione, dunque, il Club 27 resterà solo una leggenda, solo per il gusto di riempire le pagine della storia.

La mia verità è che dietro tutto ciò ci sono solo storie di droga, alcool e sregolatezza, non esistono fantasmi e messe nere, niente di niente.

C’è solo una verità socialmente tangibile, e si chiama manipolazione.

Fonte immagini articolo

http://deerwaves.com/news/bologna-mostra-fotografica-club-27?fbclid=IwAR1Ph5PX4OLxJhxvg7d4YUgO_toBl1xYsTqDqnFyAKKhDl1H_wlhBLWgtr8
Immagine: Pasquale De Prizio – 11 Dicembre 2018

https://filippofabiopergolizzi.wordpress.com/2014/12/03/progetto-monarch-il-controllo-mentale/
Immagine: Filippo Fabio Periodizzi – 3 dicembre 2014