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di Giulia Reina

Ogni Paese ha le sue peculiarità: proprie tradizioni religiose, culinarie, lavorative e, ovviamente, anche erotiche.

Noi occidentali, rectius noi italiani, siamo abituati a concepire il sesso in maniera abbastanza diversificata; c’è chi lo considera un tabù, chi lo considera un passatempo, chi un aspetto fondamentale di una relazione amorosa, chi una pratica inutile e sopravvalutata, chi ne ha addirittura timore.

Ma a prescindere dalla concezione personale, ormai del sesso si conoscono tanti aspetti, più o meno ludici.

Perversioni, feticismi, abitudini, posizioni… per merito di internet, dei libri e della cinematografia ormai il sesso non ha più segreti.

Questo pensavo, prima di cominciare a scrivere questo articolo e prima di cominciare ad informarmi e a studiare le tradizioni del sesso nei vari Paesi del globo terrestre.

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E così ho scoperto che nella comunità dei Trobriandesi della Nuova Guinea è prassi iniziare le bambine e i bambini alla vita sessuale già dalla tenera età. Ovviamente il sesso prematrimoniale è concesso.

Non è permesso invece che la coppia, prima del matrimonio, condivida una cena.

Oppure che l’usanza di alcune comunità di Haiti è quella di praticare sesso di gruppo durante il rituale vudù di Saut d’Eau, in quanto la loro credenza è che nel corso di tali riti molti dei partecipanti siano posseduti dalle divinità e dagli spiriti, motivo per cui si contorcono al suolo.

E ancora, in Nepal è usanza che più fratelli condividano la stessa moglie: ciò consente che nessun uomo della famiglia rimanga senza sposa e, dunque, senza discendenti.

A Guam, udite udite, non è visto di buon occhio che le donne arrivino vergini al matrimonio. Pertanto, alcuni uomini hanno il compito di girare per il paese con il solo scopo di far perdere la verginità alle signorine non ancora sposate. E’ un vero e proprio lavoro!

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Al contrario, nella cultura musulmana il sesso prematrimoniale non è consentito. Ma vi è una scappatoia: qualora una coppia volesse consumare prima del matrimonio, dovrà temporaneamente sposarsi, versando una piccola quantità di denaro e sottoscrivendo un contratto nel quale è indicato per quanto tempo rimarranno “sposati”: per tutto questo periodo la pratica del sesso sarà concessa.

Pensate un po’…

In una regione dell’India, il Chhattisgarth, bando ai sentimenti! L’unione tra uomo e donna deve essere solo carnale e non di cuore. I ragazzi infatti hanno rapporti con più donne, con il preciso scopo di non legarsi a nessuna ed evitare così la monogamia.

Carino.

L’Indonesia, invece, è più politically correct sul punto. I rapporti sono tendenzialmente monogami ma è prevista una “valvola di sfogo”: durante le feste di Pon, celebrate sette volte l’anno, l’adulterio è concesso senza alcuna conseguenza. Le coppie possono infatti avere rapporti sessuali con altri partner senza che ciò vada minare il legame matrimoniale o comunque affettivo con il proprio.

Furbacchioni!

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Un’altra usanza molto particolare e, a mio avviso, ai limiti del descrivibile, è quella di alcune zone dell’Europa dell’Est, dove le ragazze devono tenere tutto il giorno una fetta di mela sotto le ascelle. Al termine della giornata, per individuare il futuro papabile marito, il frutto in questione verrà consegnato al fortunello prescelto, il quale non potrà esimersi dal MANGIARLO.

Altro che Chanel n. 5. Altro che “pomo della discordia”.

E ancora, come non citare il Libano, Paese in cui l’uomo può avere rapporti sessuali con gli animali, purché siano di sesso femminile: mai sia accoppiarsi con un animale maschio, si rischia la morte (letteralmente prevista come pena).

Animali sì, ma omosessuali eh no eh, non esageriamo.

In Burkina Faso, la donna sposata può avere tutti gli amanti che crede senza per questo essere considerata un’adultera (o peggio) dalla famiglia e dalla società intera.

Un po’ come da noi, insomma.

E, dulcis in fundo, in Congo le donne hanno il privilegio (addirittura) di scegliere l’uomo che vogliono possedere senza che questo possa rifiutarsi di concedersi.

Un po’ come da noi, insomma.

Questo elenco – senz’altro non esaustivo – serve soltanto per testimoniare il fatto che il sesso è lo specchio della società e della cultura: ognuna di queste usanze potrà sembrarci strana, folle o addirittura disturbante a seconda del contesto in cui siamo nati e cresciuti e a seconda delle persone che abbiamo conosciuto e delle esperienze che abbiamo fatto.

Quando giudichiamo le abitudini altrui, spesso non ci rendiamo conto che probabilmente, in un altro angolo di mondo, saremmo noi stessi giudicati per i nostri costumi.

Quindi, perché vogliamo per forza dare un giudizio su tutto ciò che è diverso?

Perché non accettare semplicemente che può esistere qualcosa di altro da noi e magari imparare qualcosa di nuovo?

In fondo, secondo Giulio Cesare de gustibus non disputandum est.

E lui era Giulio Cesare.

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