Nel dubbio, esagera!

pic by: the economist 1848 -2017
di Manuela Latrofa
Gli anni ’80 vengono definiti come l’epoca dell’effimero, della fiducia nel futuro e della spensieratezza. Sono anni esagerati, di cattive abitudini relative all’essere e all’apparire, sono gli anni di American Psycho, in cui fanno da padrone “spalle iperboliche” che sovrastano abiti succinti, trucco estremo, colori fluo, tailleur, successo, potere, immagine e apparenza. Tutto è orientato al farsi notare e dunque ad una richiesta non verbale di riconoscimento di esistenza.
ANTHEA
Al giorno d’oggi anche il modo di esibirsi è cambiato, purtroppo in peggio. All’epoca anche l’esagerazione aveva un suo perché e la parola “pudore” significava ancora qualcosa.
Articolo estremamente interessante e che genera nel lettore (almeno per me è stato così) un analisi interiore, non a caso del PROPRIO IO.
Manuela Latrofa
Ciao Anthea, sono contenta che questo articolo abbia suscitato il tuo interesse.
La storia che l’abito non fa il monaco non è sempre vera, il nostro vestire, come il nostro atteggiamento rappresentano il modo in cui ci presentiamo, ci muoviamo nel mondo e comunichiamo parti di noi. Gli anni ’80 hanno dato inizio all’era dell’immagine che oggi viviamo pienamente e per questo quella esasperazione era ancora GENUINA, così strumentale da risultare vera.
Essere consapevoli di ciò che comunichiamo con il nostro MODO di essere significa scegliere cosa vogliamo tenere e cosa no, eliminando le ridondanze di atteggiamenti che non ci appartengo realmente e che ci rendono poco autentici.
Grazie ancora!