L’Agroalimentare Italiano Conquista il Mondo, ma Sfide da Superare per Restare Competitivi

Immagine di timolina su Freepik

di Francesco Scorrano

La filiera agroalimentare italiana si conferma uno dei pilastri della competitività del “Made in Italy” a livello
globale, grazie alle sue eccellenze gastronomiche, alla qualità delle produzioni e alla solida tradizione
radicata nei territori. Negli ultimi anni, le esportazioni agroalimentari italiane hanno continuato a crescere
costantemente, registrando un aumento del 118,3% rispetto al 2010. Nel 2022, le esportazioni nel settore
agroalimentare e del tabacco hanno raggiunto un valore record di 60,7 miliardi di euro, di cui 58,8 miliardi
derivano dalla filiera agroalimentare e 1,9 miliardi dal settore del tabacco.

Focalizzandosi sulle esportazioni agroalimentari, l’ultimo anno ha visto una significativa crescita del 15,3%,
l’incremento annuo più pronunciato dal 2000. L’Italia detiene una quota di mercato rilevante a livello
internazionale per alcuni prodotti tipici della dieta mediterranea. Il Paese è il principale esportatore
mondiale di polpe e pelati di pomodoro (76,7% del totale delle esportazioni mondiali), di pasta (48,4%), di
castagne sgusciate (32,6%), di passate e concentrati di pomodoro (24,2% del mercato). Inoltre, l’Italia si
classifica come il secondo esportatore mondiale di vino, formaggi freschi, kiwi, liquori, mele e nocciole.


Tuttavia, nonostante questo successo, la filiera agroalimentare italiana deve affrontare sfide strutturali e di
altro genere che richiedono soluzioni per il futuro. In particolare:
• L’Italia si colloca solo al quinto posto tra i paesi europei per valore delle esportazioni agroalimentari,
rappresentando il 70% delle esportazioni tedesche (83,5 miliardi di euro) e il 74% di quelle francesi
(79,3 miliardi di euro). Inoltre, tra i primi cinque esportatori agroalimentari europei, l’Italia ha
registrato la seconda crescita annuale più bassa, preceduta solo dalla Spagna (+13,3% nell’ultimo
anno).
• Tra i dieci principali esportatori agroalimentari europei, l’Italia si piazza al sesto posto per la
percentuale di prodotti agroalimentari sul totale delle esportazioni, con una quota dell’9,4%. Ciò
rappresenta solo il 50% di quella della Danimarca (17,8%) e il 70% di quella della Francia (13,5%).
• Nel 2022, la bilancia commerciale dell’agroalimentare italiano è diventata negativa, con un saldo di –
2,0 miliardi di euro, interrompendo il trend positivo che aveva caratterizzato i tre anni precedenti,
dal 2019 al 2021. Questo calo è dovuto principalmente al deficit agricolo che ha raggiunto i -13,2
miliardi di euro nel 2022.
• La frammentazione del settore, dominato dall’85,4% di piccole imprese, rappresentanti solo il 14,6%
del fatturato complessivo del settore, continua a ostacolare la presenza internazionale dei prodotti
alimentari italiani.


Per mantenere e rafforzare la posizione di leadership sul mercato globale, il settore agroalimentare italiano
dovrà affrontare queste sfide e puntare all’innovazione e all’ottimizzazione dei processi produttivi.

Ricerca intrapresa da Ismea.
Foto della ricerca Ismea

(https://www.ismea.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/12593)

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