di Gino Annolfi

docente e formatore

Ho avuto un incubo ed è stato dolce il risveglio!

Sono lontano dalla scuola da più di cinque anni, ma solo da pochi mesi non ne sento più la mancanza.

Questo approdo mi  crea uno strano sentimento di spaesamento, ma devo costatare che è così e tanto basti.

Cosa potrebbe aver portato a questo esito è presto detto: i tanti colloqui avuti in questi mesi di pandemia con i diversi DS, DSGA e Docenti che incontro nei corsi di formazione. Sono tutti catapultati da febbraio nel MONDO NUOVO, tra DAD, WEBINAR, lezioni online, CdC e CdD in videoconferenza.

UN INCUBO SENZA FINE – fatto di disaffezione, ansia, perplessità – che ho assorbito mio malgrado e che ha trovato alimento nel MODELLO EMILIANO: detto anche: ‘scuola à la carte’.

Ora attendiamo la salvifica campagna vaccinale tra dosi che tardano (le oscuri leggi del mercato) e le continue varianti virali (le più comprensibili leggi della biologia) e ci abbandoniamo a personali preghiere – a seconda dei casi: ora laiche, ora religiose – perché l’agognata normalità ci permetta di nuovo di superare affanni e timori.

Ma i sogni irrompono e ci forniscono interessanti chiavi di lettura e non sembri retorico se vi racconto quello di questa mattina, tanto è stato lo spavento che sento il bisogno di esorcizzarlo raccontandovelo.

Che si trattasse di un lazzaretto o di un girone infernale non saprei. Gemiti e urla si levavano sinistri da lerci giacigli disposti lungo un lugubre corridoio; volti e corpi coperti di pustole e  bende, stridio di ferri e sinistri bagliori  in ogni dove.

  • AIUTO, implorava qualcuno.
  • SOCCORRETECI, gridava un altro.

Una figura ieratica, con le mani rivolte al cielo arringava i malati.

PENTITEVI, LA GIUSTA PUNIZIONE SI È ABBATTUTA SU DI VOI. AVETE PECCATO PER BIECHI ACCOMODAMENTI E MISEREVOLI COMPROMESSI. SOLO UNA CONVINTA ABIURA VI PORTERÁ ALLA GUARIGIONE.

Tra canti tonanti e nuvolette di incenso scompariva alla loro vista. Fino a quando trilli assordanti di campanelli, come quei segnali di allarme ascoltati tante volte nelle esercitazioni anti-incendio, annunciavano l’arrivo di buffi omini dal volto corrucciato, e lunghe penne a mo’ di bastoni.

TU, DOCENTE SEMPRE PRONTO A PROTESTARE PER LA GIORNATA LIBERA IL SABATO, E CHE POI TI ECLISSAVI TRA SCARTOFFIE INECCEPPIBILI E RECITE MELENSE E ANONIME IN CLASSE: PENTITI!

TU, DIRIGENTE AMBIZIOSO E CHE HAI TRASFORMATO LA SCUOLA IN UN SUK CIRCONDANDOTI SOLO DI ‘YES MAN’ E PON A GÓ GÓ: VERGOGNATI!

TU, GRANDE PROFESSIONISTA STIMATO DA TUTTI, CHE VENIVI A SCUOLA CON DISINTERESSE E SEMPRE INDAFFARATO IN ALTRO: PENTITI!

TU, PSEUDOSINDACALISTA DA STRAPAZZO, CHE ERI ATTIVO SOLO PER DIFENDERE GLI INTERESSI DEI TUOI ISCRITTI, SENZA GLORIA, E NON VEDEVI I TANTI ALUNNI CHE ANDAVANO RECUPERATI, SOSTENUTI, INTEGRATI: VIVI ORA LE LORO SOFFERENZE!

E TUTTI VOI, COSIDDETTI ‘DOCENTI NORMALI’, CHE NON INTERVENITE MAI NEI COLLEGI, CHE ‘IO NON FACCIO MAI SCIOPERO’, NEMMENO QUANDO LA SCUOLA VENIVA DEPREDATA DI RISORSE E DI ONORE, CHE VIVETE SOLO DI RITI E RETORICHE: AFFOGATE NELLA VOSTRA MEDIOCRITÁ!

Un clima pesante aleggiava nello stanzone e ad accuse dirette si aggiungevano precisi richiami. Poi, tutto ad un tratto, seguiva un silenzio irreale. Il puffo più autorevole, con uno strano volto da bambino, intimava a tutti di ascoltare le ferme parole che giungevano da fuori. Era forse il girone dei POLITICI, o un padiglione a loro riservato. A fatica si udivano frasi urlate del tipo:

MILIARDI DI EURO SOTTRATTI ALLA SCUOLA PER ALMENO DUE DECENNI: VERGOGNA!

RIFORME SU RIFORME CHE NON RIFORMAVANO NULLA, MA NUTRIVANO SOLO I VOSTRI EGO MALATI.

COMPETIZIONE, MERCATO, AZIENDA, SELEZIONE, LE TRE I, ECC, E TANTA PACCOTTIGLIA ASSORTITA MENTRE LE SCUOLERESTAVANO MALANDATE ED INSICURE, TRA PRECARIATO E STIPENDI DA FAME!

Tuoni e fulmini si rincorrevano frequenti tra latrati di cani e bagliori sinistri.
Uno più forte di tutti mi sveglia all’improvviso, impaurito per tanto orrore.

Con profondo sollievo mi rendo conto di essermi svegliato da un incubo, rinfrancato socchiudo gli occhi e mi vedo in classe tra sorrisi e volti gioiosi di ex alunne/i. Gli stessi volti che stazionano davanti alle scuole in questi giorni per chiedere la didattica in presenza.

VOGLIAMO LE SCUOLE APERTE, DATECI GLI INSEGNANTI; I NOSTRI FIGLI VOGLIONO STUDIARE, STARE INSIEME, CRESCERE. BASTA CON LA DIDATTICA A DISTANZA!

E’ proprio vero che la nuda realtà, per chi la vuole leggere, è più positiva di tante elucubrazioni sulla ‘morte della scuola’ e la sua ‘perenne crisi’.

Ebbene sì, VIVA LA SCUOLA, VIVA GLI INSEGNANTI. EVVIVA le MAMME che lo hanno capito.

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