di Terry Marangelli                                                                        

Presidente Volontari Protezione degli Animali                                      

(VPA ) Sede di Foggia                                                                         

 

Nell’ottobre dello scorso 2019, abbiamo dovuto, a malincuore, dire addio ad una manifestazione organizzata e tenuta in vita da noi per ben trentaquattro anni: la benedizione degli animali in occasione della festa di San Francesco, protettore degli animali, che ricorre il 4 ottobre.

Questa occasione di incontro e festa è andata progressivamente perdendo il suo spirito di condivisione, divenendo, per noi dell’Associazione, motivo di rammarico e di grande frustrazione.

La Benedizione degli animali è nata alla fine degli anni Ottanta, tra il serio ed il faceto ed anche  con un pizzico di scetticismo, grazie ad un gruppo di neo attiviste animaliste: dedicata agli animali di affezione e al suo amato protettore per antonomasia, è sempre stata un evento affollatissimo e partecipato.

“Nel suo sito storico, la rotonda della Villa comunale di Foggia, ha finito con il diventare una vera e propria tradizione, occasione unica di incontro tra tanti uomini e tanti animali”

Una festa religiosa e laica allo stesso tempo, ma anche un osservatorio privilegiato dei costumi dei nostri concittadini che, purtroppo, si sono andati contaminando in maniera lenta ed inesorabile.

Con un  pubblico inizialmente accompagnato da una presenza maggioritaria di meticci e trovatelli di ogni genere e forma, si è arrivati ad osservare una presenza massiccia di cani di razza, toys, piccoli, grandi, enormi, animali un tempo impensabili, tendenza oramai più che consolidata e alla moda…

In una città dove il randagismo è allo sbando, dove le adozioni non sono mai abbastanza, dove parlare di adozione di cani oltre l’anno di ètà, sembra una bestemmia, il bombardamento mediatico nazionale e locale, evidentemente, anziché sviluppare empatia e solidarietà nei confronti dei cani costretti in canili e luoghi similari, ha indotto chi decide di prendersi cura di un animale da affezione a rivolgere la propria attenzione soprattutto nei confronti di cani e gatti di razza, indipendentemente da taglia, carattere e quant’altro.

Senza trascurare  il bruttissimo indotto di allevatori fai da te, libero scambisti e amenità del genere, dove gli animali finiscono con l’essere vittime inconsapevoli di un affare commerciale.

Un approccio distorto, che è innanzitutto amore e interesse per le caratteristiche estetiche e che, scioccamente, diventa status, esibizione, e si trasforma in consumo, ovvero l’esatto contrario di quello spirito che dovrebbe animare la scelta di portare a casa un animale d’ affezione.

La nostra città, i nostri concittadini avrebbero tutte le potenzialità per impedire penose carcerazioni, ma scelgono diversamente, scelgono di comprare, come se si trattasse di un oggetto, un oggetto qualunque.

Ecco perché un anno fa abbiamo deciso di non esserci più, di non essere più parte di quella che era diventata una passerella per l’ultimo acquisto, dove l’animale diventa  un bene di lusso da esibire.

Abbiamo detto no, abbiamo dovuto operare questa scelta perché noi siamo un’Associazione animalista e  non organizzatori di eventi a tema animale e la nostra vocazione è e sarà quella di tutelare e promuovere la solidarietà e l’empatia verso gli animali sfortunati, cosa che continueremo a fare, finché ci sarà possibile, perché…

“Amare vuol dire adottare non comprare”

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