Secondo il sito medicinaonline:

“La Sindrome del savant (in lingua italiana resa con Sindrome dell’idiota sapiente dal francese idiot savant) indica una serie di ritardi cognitivi anche gravi che presenta una persona, accanto allo sviluppo di un’abilità particolare e sopra la norma in un settore specifico. L’espressione fu introdotta nel 1887 da un medico londinese di nome John Langdon Down per riferirsi ai bambini deboli di mente che presentavano “facoltà” speciali e a volte eccezionali. Fra queste vi erano straordinarie capacità di calcolo e disegno, attitudini meccaniche e soprattutto capacità di memorizzare, suonare e a volte comporre musica.”

Questa definizione comprende una serie di elementi estremamente interessanti.

Ovviamente, non si vuole in nessun modo fare ironia su patologie mediche, tuttavia,

quando si vuole essere politically correct si usa spesso la parola “speciale”

La genialità è essere speciali, dedicare una parte della propria MENTE a qualcosa di unico, ed eccellere.

Sicché non sono genii gli intelligenti ma gli speciali.

Ma c’è un rischio…

Allontanarsi da quella chimerica, inutile parola che è la normalità.

La bravissima Carlotta Gravina scrive nel suo pezzo che “Tutti vogliono essere Batman”.

Spesso chi ci riesce lo deve solo alla poca attenzione che pone alle cose banali.

Quando si tratta di idioti sapienti, balza subito alla mente l’iconica figura di Charlie del magico film “Rainman” che valse a Hoffman un meritatissimo Premio Oscar o al collega Tom Hanks che si impose agli Accademy Awards con Forrest, ragazzo con un ritardo mentale che eccelleva nelle cose più diverse tra loro, come di Oscar ci ha raccontato l’esperto Riccardo Palamà:

Come avrebbe potuto un regista coreano infrangere ogni record se non avendo la folle idea di abbattere tutti i muri della banalità?

Sicché non sono genii quelli semplicemente “bravi” ma i non banali.

Genialità vuol dire follia…

Chi ha inventato il “coachsurfing” raccontato dalle folli Silvia De Fano e Vanessa Ladisa, non può non essere stato un pochino pazzo nel credere che tra estranei ci si potesse ospitare.

E allora…

Qualcuno diceva: “stay hungry stay foolish”.

Se volete essere genii:

“Stay foolish”.

 

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