di Giovanna Francesconi

Magia.

Sorprendente, evanescente, potente, paurosa, bellissima.

Se fosse fatta di polveri, intrugli o altro, tutti ne vorremmo un po’. Se fosse inconsistente, tutti vorremmo essere dotati della capacità di usarla.

Ogni giorno, assolutamente ogni giorno, desideriamo qualcosa che non possiamo avere.

Abbiamo un problema che non riusciamo a risolvere.

Vorremmo essere contemporaneamente in due posti diversi o in tempi diversi.

Desideriamo ritornare indietro nel tempo per avere un’altra chance o per rivivere una seconda volta uno stesso momento.

Ecco che un “ Sim Sala Bim”!, “Abracadabra”! o, ancor meglio,  un “Supercalifragilistichespiralidoso”!, risolverebbero tutto.

Ma così non è.

Questo accade solo nei libri per bambini, nei film e nei nostri desideri più profondi.

Tuttavia la magia, intesa come l’arte che si prefigge lo scopo di influenzare gli eventi, di dominare i fenomeni fisici e l’essere umano, esiste, così come esiste la religione, la filosofia, la scienza o la Coca Cola.

Vive nella nostra cultura, educazione, consuetudine, come qualcosa di reale, anche se reale non è.

Possiamo immaginarla, anche se non l’abbiamo mai vista.

Può manifestarsi in mille forme o non manifestarsi affatto.

Ma a questo punto la domanda sorge spontanea:  che cos’è la magia?

È reale o solo un espediente per rendere la vita più speranzosa, meno miserabile di come noi miserabili la crediamo?

Non sarò di certo io a poter rispondere, altrimenti non sarei qui a scrivere e interrogarmi; tuttavia, ho una certezza:

l’uomo è troppo piccolo per capire, affrontare e adeguarsi alla vita.

http://www.osservatoriogalilei.com/home/index.php/rirorse/le-note-di-uranio/920-le-dimensioni-dell-universo-ce-ne-rendiamo-conto-quando-guardiamo-le-stelle

E chissà, forse la magia o chi per lei, riesce a rendere meno amara o, a seconda dei casi, più dolce, questa consapevolezza.

Malinowsky, antropologo polacco, diceva che: “La magia è una tecnica mentale e pratica che serve a superare gli ostacoli pericolosi in ogni importante impresa e in ogni situazione critica (…). La sua funzione è quella di riutilizzare l’ottimismo dell’uomo, di rafforzare la sua fede nella vittoria della speranza sulla paura” (Magic Science and Religion, ediz. Anchor Book, pag.90).

La magia e la religione vengono concepiti come modi per garantire una certa stabilità laddove né il controllo né la comprensione di certi fenomeni sono possibili.

In sostanza, come comunemente accade, quando siamo perdutamente innamorati di qualcuno senza essere ricambiati e ci struggiamo di dolore, basterebbe ricorrere a un potentissimo filtro d’amore.

Quando vogliamo infliggere dolore a qualcuno senza che questo sappia che siamo noi gli artefici del suo male, la bambola voodoo fa al nostro caso!

Quando il tempo fa schifo da giorni e il vostro umore di conseguenza? È semplice: la danza del sole sicuramente scaccerà via il vento, la pioggia, lo tsunami e anche le vostre inquietudini.

Quando volete a tutti i costi sapere che cosa vi riserverà il futuro, se vostro marito vi tradisce o no, o più semplicemente, se quel vestito sarà invidiato a dovere dalle vostre amiche al punto da essere meritevole di essere esibito, le carte da burraco disposte in modo da formare un bellissimo castello di carta da una cartomante sono la giusta soluzione.

Alla fine, che ci crediate o no, poco importa. Perché la magia è come la rete del funambolo, come il passaporto diplomatico: un paracadute che ti può concedere l’immunità dal nichilismo della vita.

Voglio citare un famoso scrittore dei nostri tempi per concludere il mio pensiero:

“Devi fare ciò che ti fa stare…

Devi fare ciò che ti fa stare bene

Ho bisogno almeno di un motivo che mi tiri su il morale

Caparezza.

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