PICS: https://aforisticamente.com/2015/09/23/frasi-citazioni-e-aforismi-su-debolezza/

 

di Canio Trione

economista, console onorario della Repubblica di Lettonia

Tanti anni fa il prezzo di mercato era quel prezzo concretamente praticato che suggellava la soddisfazione del compratore e del venditore. Per mercato si intendeva un luogo grande anche quanto tutto il pianeta nel quale nessuno era tanto forte da poter influenzare il prezzo; cioè nessuno poteva influenzare il comportamento di altri. Un sistema democratico che permise alla società di crescere con piena soddisfazione di tutti.

Come i bambini aspirano a crescere (creandosi dei problemi che oggi non hanno) così anche le imprese mirano a crescere creandosi dei problemi che oggi non hanno. Il vantaggio di essere grandi sta nel fatto che si possono spostare i propri problemi sugli altri.

Se sei più grande puoi avere prezzi diversi, credito diverso, clienti diversi da quelli che hai quando sei piccolo e tutti più vantaggiosi. Così con il passare degli anni si sono formate imprese grandi e grandissime in grado di pagare le merci acquistate quanto vogliono loro e non quanto vuole il mercato inficiando alla radice il concetto detto di prezzo di mercato.

A ben guardare queste imprese riescono a determinare il prezzo della forza lavoro, ad influenzare gli acquirenti con pubblicità invasiva, a scaricare sul prezzo del prodotto in vendita le tasse… in una parola cara agli studiosi a traslare su altri i propri costi ed inefficienze… anche qualche vizietto del capo va a finire nei conti dell’impresa e viene così traslato sulle docili spalle degli ignari azionisti o consumatori. Se sei forte puoi traslare molto, se sei monopolista puoi traslare tutto; più il tu potere è concentrato più puoi traslare. Questa è la regola. Inoltre puoi comperare i favori delle Istituzioni occupate da politici che non attendono altro.

Qualcuno dirà che non è giusto ma quel che più conta sono i fatti: e cioè che si è formato un mondo di forti, un enorme oligopolio nel quale tutti hanno la forza di traslare i propri problemi ad altri i quali o hanno a loro volta tale stessa forza oppure pagano di tasca loro. Alla fine pagano quelli che non possono traslare e cioè i deboli che così si trovano a pagare per tutti.

Chi sono questi sfigati? I consumatori e le piccole imprese. Pochi che pagano per tutti e lo fanno nei modi più imprevedibili: rincaro dei prodotti, riduzione del valore dell’acquistato, manipolazione del consenso, imposizione di condizioni, sotterfugi di tutti tipi…

Politicamente questo significa:

Se i potenti vogliono continuare ad esserlo è necessario che i diseredati siano ricchi;
Nessun indicatore (prezzi di beni e servizi mobili ed immobili, valore delle azioni, obbligazioni, Pil, inflazione,…) risponde a verità;
La maggior parte degli utili delle grandi imprese è estorto e quindi non è dipeso dalla efficienza ma dalla capacità traslativa;
La creazione di ricchezza maggiore è data dalle piccole imprese;
La grande impresa traslatrice è alleata della politica e della burocrazia;
La contrapposizione destra/sinistra deve cedere il passo a quella pagatori/percettori di tasse o, meglio, piccoli/grandi.
È di assoluta evidenza che se le piccole imprese sono concentrate in un posto come accade in Italia (ma anche in molte parti del mondo) questa contrapposizione diviene contrapposizione identitaria.

È altresì evidente che nulla può fermare questo fenomeno che quindi è opportuno che venga gestito con garbo e saggezza consapevoli che sono in gioco i destini di milioni di persone. È infine necessario capire che le politiche monetarie come quelle fiscali non rimangano sorde a questa nuova maniera di interpretare la fisiologia dell’economia.

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