di Giulia Reina

Il 12 giugno 2024  nella chiesa di Sant’Antonio a Barletta verrà presentato  il romanzo “Indagine su un burattinaio. Il manoscritto del giudice” (ed. Città del Sole, 2020) di Roberto Oliveri del Castillo.
Con l’autore, dialogheranno ospiti d’eccellenza come l’avvocato e scrittore Enzo Varricchio, e il professor Roberto Tarantino, presidente onorario dell’ANPI BAT. A presentare la serata, a partire dalle 19.00, sarà l’avvocata Elisabetta Mastrototaro.
 Il secondo romanzo è l’ideale sequel del precedente “Frammenti di storie semplici”, pubblicato nel 2014 che sturò il vaso di Pandora del “Caso Trani”, sfociato in una serie di arresti eccellenti di magistrati e imprenditori. 
Il giudice scomodo Oliveri del Castillo, napoletano, classe 1965, oggi in servizio presso la Corte d’appello penale di Bari, nel primo romanzo aveva invero messo in scena le malefatte di alcuni potenti dell’epoca, suscitando la loro reazione scomposta col maldestro tentativo di sequestro delle copie del libro, azione che aveva finito per sortire l’effetto inverso a quello da loro sperato.

La trama del nuovo libro  è sintetizzata nella postfazione di un altro magistrato (già senatore della Repubblica), Domenico Gallo: “Il racconto si dipana attraverso una serie di vicende nelle quali trovano posto latifondisti ladroni, vescovi e magistrati accomunati da vizi privati nascosti dalle pubbliche virtù, sgherri, escort, professori che impongono codici di abbigliamento discinti alle stagiste, ai quali fa da contraltare l’umanità recuperata nella comunità di accoglienza guidata da un sacerdote sandinista, fra Kuros, un prete a metà tra Zenone, il protagonista de L’opera al nero di Marguerite Yourcenar, e il vescovo di San Salvador, Oscar Romero, ucciso proprio mentre diceva messa in un ospedale, mentre sollevava l’ostia consacrata.

La provincia spagnola, si fa simbolo dei Sud del mondo, un sud fatto di emarginazione, sfruttamento e poteri legali che diventano illegali per bieco arricchimento personale.

Dopo una serie di colpi di scena, la macchina della giustizia si mette finalmente in moto, restituisce dignità alle vittime e smaschera i complotti dei potenti.

Al fondo c’è questa concezione della centralità della giustizia come unico argine possibile per «imbrigliare il Leviatano». Una giustizia che si prostituisce ai potenti e che apre ferite spaventose nella carne viva delle vittime del potere. Una giustizia che interviene per risanare le ferite, per riparare i torti, per liberare i deboli dal giogo dei potenti”.

Infine, le parole di Enzo Varricchio ci spiegano l’essenza del romanzo:
“Indagine su un burattinaio parte nuovamente da una storia di ingiustizia all’interno di una procura, stavolta della provincia spagnola, ma Oliveri del Castillo usa la sua capacità analitica ed esperienza di magistrato per indagare tra le pieghe oscure e grottesche della nostra società e dell’animo umano, individuarne il nocciolo malato con il lucido sarcasmo di uno Sciascia, sputarlo con tutta l’irriverenza e brutalità del  Pasolini di Salò/Sade, usarlo per radicare una pianta nuova di giustizia che non appassisca dinanzi al prepotente di turno, così superando il pessimismo della ragione con l’ottimismo dell’azione di gramsciana memoria”.
Indagine su un burattinaio, a suo modo, è un romanzo storico a lieto fine, nel senso che dipinge l’affresco di un’epoca travagliata, superficiale, arrabbiata e corrotta come la nostra, nella quale tuttavia, come per un apparente miracolo, il bene infine trionfa balenando un barlume di speranza in un avvenire migliore.
Semi di legalità” è il nome dell’Associazione che organizza evento ma è soprattutto lo scopo del libro: piantare semi di legalità cercando la verità.

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