Il NextGenerationEU in Italia: Un’ambiziosa scommessa o una grande abbuffata?

di Giulia Reina

In un contesto europeo in cui molti paesi si sono mostrati cauti nell’approccio al programma NextGenerationEU, l’Italia ha sorpreso chiedendo il massimo delle somme disponibili. Tuttavia, la scelta di finanziare il 60% di questi fondi attraverso prestiti, anche se a tassi agevolati, solleva interrogativi sulla sostenibilità dell’investimento.

I tre governi coinvolti, dal governo Conte II a quello attuale della Meloni, sembrano condividere una scommessa audace: che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) aumenterà in modo duraturo il tasso di crescita dell’economia italiana. Tuttavia, analizzando le mosse di ciascun governo, emergono decisioni controverse e mancanze nella gestione dei fondi. Mentre il governo Draghi aveva l’opportunità di frenare il treno in corsa, ha scelto di non farlo, apparentemente evitando di affrontare la realtà. Il governo Meloni ha apportato alcune correzioni, ma ha anche ridotto la spesa per l’emarginazione sociale, sollevando preoccupazioni sulle priorità di spesa.

Tutti i governi hanno presentato stime ottimistiche sugli effetti positivi del Pnrr, senza una base solida nella realtà, e nessuno ha affrontato il problema del finanziamento futuro degli investimenti. Attualmente, il Pnrr è in ritardo, ma il suo principale problema risiede nel suo “vizio d’origine”. L’eccesso di fondi, la pressione per spenderli rapidamente e la mancanza di tempo per una pianificazione accurata hanno portato a stanziamenti su spese discutibili e a ritardi nelle riforme cruciali.

La proposta di rivedere i piani, renderli più realistici e persino riflettere sull’opportunità di rinunciare a parte dei fondi presi a prestito emerge come una soluzione sensata. Questo non implica una rinuncia all’ambizione, ma piuttosto un approccio meno superficiale. La scommessa del Pnrr era quella di prendere a prestito e investire saggiamente per rilanciare l’economia, ma il rischio di una grande abbuffata appare sempre più reale.

 


FOTO: di studio4rt su Freepik

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