di Ermes Strippoli

L’AI si sta manifestando come una forza potenzialmente innovativa in diverse discipline. Tuttavia, quando ci si addentra nel campo della psicologia e l’automa si trova a confrontarsi con la complessità della mente umana, emergono varie riflessioni. Da un lato, l’automazione può divenire un possibile alleato nella valutazione e nella gestione dei disturbi psicologici; dall’altro, sorgono preoccupazioni riguardo agli aspetti etici e alla validità delle sue implementazioni.

La valutazione psicologica comporta la riconduzione di un insieme di segnali a un quadro coerente per individuarne le cause. Recentemente, sono emerse diverse realizzazioni dell’automazione in questo ambito. Per esempio, nel 2006, ricercatori del Georgia Institute of Technology, Johns Hopkins University e Microsoft hanno sfruttato l’automazione per anticipare il rischio di suicidio basandosi sui contenuti dei social media. Altri esperimenti hanno incluso l’analisi delle immagini su Instagram per valutare la depressione. Al momento, l’utilizzo dell’automazione nella valutazione è limitato a esperimenti accademici, ma ci sono indizi di progresso, come l’impiego in India da parte del National Institute of Mental Health and Neuro Sciences per individuare i fattori di rischio per la depressione e l’ansia.

Questi esperimenti suggeriscono possibili sviluppi futuri, con l’integrazione di test psicodiagnostici esistenti e la creazione di nuovi basati sui dati raccolti quotidianamente da smartphone, dispositivi indossabili e assistenti vocali domestici.

Malgrado la psicologia stia gradualmente superando il bias sociale, rimane spesso limitata alla sfera psicoterapeutica. Nell’ambito del benessere, numerose soluzioni offrono assistenza, dal monitoraggio del sonno alla mindfulness, come ad esempio le app Serenità e Meditazione. Il mercato, valutato a circa 11 miliardi di valute nel 2022, prevede superare i 45 miliardi entro il 2030. Soluzioni come Artifex, Synthia e Individuo vanno oltre, affrontando disturbi patologici e offrendo assistenza anche al di fuori degli orari lavorativi.

L’automazione si dimostra un alleato nell’agevolare l’accesso alle cure psicologiche, facilitando l’accoppiamento tra domanda e offerta di servizi psicologici tramite piattaforme come Dialogo e GuidaTerapia. Inoltre, l’automazione si inserisce nel campo della formazione, utilizzando strumenti come Chiacchierino e PsicoBot per simulare utenti e consentire agli psicologi di acquisire esperienza.

Sebbene la psicologia in Italia sia uno dei settori con il maggiore potenziale di crescita, l’automazione solleva interrogativi sulla sua capacità di recuperare valore. L’efficacia di soluzioni come Artifex è ancora oggetto di indagine, con la necessità di basarsi su evidenze scientifiche. Le considerazioni etiche e la tutela della riservatezza sono ulteriori temi fondamentali mentre l’automazione si fonde progressivamente nel campo della psicologia, cercando di colmare il divario esistente tra l’automa e quella umana.

 


FOTO: di Freepik

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Abilita le notifiche per non perderti nessun articolo! Abilita Non abilitare