di Ermes Strippoli

Grazie alla riduzione dell’inflazione, le principali banche centrali sembrano orientate a ridurre i tassi nel prossimo anno. Per gli analisti ci vorrà ancora un po’ di tempo, probabilmente avverrà tra la primavera e l’estate del 2024. Intanto, Fed e Bce hanno per il momento fermato la loro politica di rialzo dei tassi.

Gli occhi sono quindi puntati sulle decisioni delle banche centrali. La Fed  ha mantenuto invariato per la terza volta consecutiva l’intervallo sul tasso dei fondi federali al massimo degli ultimi 22 anni, pari al 5,25%-5,5%. Per gli esperti l’inflazione nel 2024 scenderà velocemente.

La crescita dell’attività economica è rallentata dal terzo trimestre” così come l’inflazione che resta elevata, afferma in un comunicato la Fed, che segnala poi tagli dei tassi di interesse per totali 75 punti base nel 2024, quando è atteso che scendano al 4,6%.

Oggi è arrivata anche la decisione della Bce. Anche la Banca centrale europea ha mantenuto i tassi invariati, rinviando i tagli al futuro: il tasso sui rifinanziamenti principali resta fermo al 4,50%, quello sui depositi al 4%, e quello sui prestiti marginali al 4,75%. Si tratta della seconda pausa consecutiva nel ciclo di rialzi cominciato a luglio 2022.

I tagli potrebbero arrivare invece tra marzo e luglio del 2024. L’ultima riunione di politica monetaria dell’anno in programma oggi è importante per gli investitori per captare dalle parole di Lagarde eventuali segnali sul futuro.

Oggi c’è anche attesa per la decisione della Boe, la Bank of England, che a novembre ha mantenuto il suo tasso di interesse di riferimento al 5,25%, il massimo degli ultimi 15 anni, per la seconda volta consecutiva.

Intanto, secondo gli ultimi dati della Banca d’Italia, nel nostro Paese i tassi di interesse sui mutui continuano ad aumentare: a ottobre sono saliti al 4,72%, incluse le spese accessorie (tasso annuale effettivo globale o Taeg). In lieve calo invece il Taeg sulle nuove erogazioni di credito al consumo, al 10,46% dal 10,52 nel mese precedente.

Si tratta di un nuovo record: è da gennaio 2009, nel pieno della grande crisi finanziaria globale, che non si registrava un Taeg maggiore, in quel caso pari a 4,91.

Il rincaro degli interessi sui mutui sta colpendo chi ha scelto un finanziamento a tasso variabile per comprare casa. Secondo un’indagine di Facile.it, quasi 200mila famiglie non sono riuscite a rimborsare una o più rate nell’ultimo anno. Il rialzo dei tassi di interesse, che la Bce ha portato fino al 4,5% per fermare l’inflazione, ha provocato un repentino aumento del costo dei mutui.

Da gennaio 2022 a oggi le rate sono cresciute fino al 65%, con un aggravio complessivo di oltre 3.100 euro, dice Facile.it. Si rileva inoltre che, tra chi ha un mutuo a tasso variabile, quasi uno su due ha dichiarato che potrebbe avere seri problemi con i pagamenti se le rate rimarranno a lungo su questi livelli. Dato che le decisioni della Bce impattano sui tassi dei mutui, è probabile che una discesa delle rate si avrà solo a partire da metà dell’anno prossimo. Per alcuni, nel 2024 i tassi si stabilizzeranno intorno al 5%.

Fonte dei dati

 


FOTO: di Freepik

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