Lo Sguardo del tempo, Allestimento, Parco archeologico del Colosseo | Foto: © Simona Murrone

Nel cuore eterno di Roma, tra le rovine che raccontano millenni di storia, un’emozionante mostra presso il Tempio di Romolo illumina la metamorfosi del Foro Romano attraverso i secoli bui fino al suo splendore moderno. La mostra, intitolata “Lo Sguardo del Tempo: Il Foro Romano in Età Moderna,” è una finestra aperta sulla trasformazione di questo antico spazio che, per circa quattro secoli, si ridusse a un paesaggio semi-rurale ai margini della Roma papale.

Aperta al pubblico fino al 28 aprile, l’esposizione presenta un allestimento chiaro ed esaustivo che
documenta l’aspetto del Foro Romano dal 1500 alla metà del Novecento. Durante questo periodo, il cuore antico dell’Urbe ha attraversato un’epoca di declino, divenendo un quartiere periferico prima di risorgere grazie agli scavi che hanno restituito l’immagine maestosa che oggi conosciamo.

Nonostante la sua trasformazione in un’area marginale semi-rurale durante la Roma papale, il Foro Romano non ha mai perso il suo fascino per i viaggiatori ed eruditi provenienti da tutta Europa durante il Grand Tour.
La mostra attinge a testimonianze iconografiche, presentando disegni, stampe, quadri, fotografie e cartoline d’epoca, trasportando gli spettatori in un’epoca in cui questo luogo marginale accoglieva conventi, vigne, stalle e attività, offuscate solo dalle maestose rovine.

“L’idea di questo nuovo allestimento temporaneo – spiega Alfonsina Russo, direttore del Parco archeologico del Colosseo – nasce dalla volontà di potenziare e allargare la nostra capacità di raccontare ai visitatori i tanti valori culturali ancora inespressi del Parco. Il Foro Romano è stato forse il luogo e il paesaggio più rappresentato e amato della storia europea, ed è un luogo che appartiene di diritto a tutta l’umanità.

Questa mostra è pensata non solo per i turisti, ma anche per i cittadini di Roma, affinché entrino in contatto con le trasformazioni storiche del parco. Per il 2025 stiamo lavorando per estendere questo racconto anche al Novecento”, afferma Russo.

La mostra, curata da Roberta Alteri e Alessio De Cristofaro, si propone come un’introduzione storica alla visita archeologica del Foro. Il percorso si concentra su temi cruciali, dalla riscoperta dell’Antico nel Rinascimento all’uso del Foro come cava di materiali per la Roma moderna, dalla sua rappresentazione come paesaggio classico ideale a uno spazio rurale noto come Campo Vaccino.
Se nel Cinquecento il Foro e il Palatino erano occupati da chiese, caseggiati e abitazioni, nel Seicento assunse l’aspetto di un paesaggio unico al mondo con gli Horti Farnesiani. Nel Settecento, i viaggiatori del Grand Tour visitarono quest’area cercando un contatto diretto con gli antichi, mentre nel secolo successivo iniziarono progetti di esproprio per proteggere il sito, dando il via a un’opera di valorizzazione che trasformò l’area in un grande museo pubblico all’aperto.

La mostra offre uno sguardo approfondito sullo sviluppo del Foro Romano, non solo come luogo
archeologico ma come componente vitale della storia europea, testimoniando la sua trasformazione attraverso gli sguardi e gli interessi di diverse epoche. Una visita che va oltre le pietre antiche, abbracciando la ricchezza culturale che questo spazio ha offerto a generazioni di viaggiatori, eruditi e cittadini.

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