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di Ermes Strippoli

 

A un anno dalla creazione del Ministero del Mare, è stato elaborato il primo Piano del Mare, concepito per stimolare l’economia marittima. Questo documento, preparato dopo mesi di lavoro, comprende 16 direttive che coprono una vasta gamma di aree, dalla crescita dei porti alla valorizzazione delle risorse del mare e alla protezione dell’ecosistema marino. Questo piano rappresenta una vera riforma, con un’attenzione particolare alla cantieristica militare e all’efficienza energetica.

 

Il Piano del Mare è stato approvato il 31 luglio dal Ministro per le Politiche del Mare, Nello Musumeci, e sarà presto pubblicato nella Gazzetta Ufficiale. Questo piano rappresenta il primo passo nelle politiche marittime nazionali dopo la soppressione del Ministero della Marina Mercantile nel 1993.

 

Per la sua elaborazione, sono stati coinvolti dieci esperti nella promozione dell’Economia del Mare, in supporto alla Struttura di Missione del Comitato Interministeriale per le Politiche del Mare (CIPOM). Sono stati anche ascoltati centinaia di portatori di interesse e pubbliche amministrazioni al fine di identificare le principali sfide del settore marittimo in tutte le sue diverse filiere. Tra queste, è stata data particolare enfasi alla formazione delle professioni marittime, alle politiche ambientali e alla promozione di occupazione ed economia sostenibile, seguendo i principi di legge nazionale e comunitaria, tra cui la Comunicazione della Commissione Europea 240 del 2021.

 

Alcuni punti chiave del documento includono:

 

  1. Energia: L’obiettivo è trasformare l’Italia nell’hub europeo per l’approvvigionamento di energia dal mare, con un focus sulle fonti rinnovabili. Saranno necessari interventi infrastrutturali, logistici e procedurali specifici. La transizione energetica è un altro punto fondamentale, con l’uso di carburanti alternativi ai combustibili fossili e la sostituzione progressiva delle navi esistenti con nuove generazioni più efficienti.

 

  1. Isole minori: Si mira a implementare i finanziamenti esistenti per le isole minori, incrementando la produzione di energia rinnovabile locale, migliorando l’efficienza energetica, promuovendo la mobilità marittima sostenibile e sviluppando l’economia circolare locale.

 

  1. Fondi alle imprese amatoriali: Per migliorare la sicurezza del trasporto marittimo, è stato creato un fondo nel Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per finanziare la formazione iniziale del personale delle imprese armatoriali.

 

  1. Cantieristica militare: Si sottolinea la necessità di modernizzare la flotta militare italiana, considerando anche la collaborazione nel campo della difesa e della sicurezza con gli stati costieri come strumento di proiezione internazionale.

 

  1. Innovazione e tecnologia: Si riconosce l’importanza delle comunicazioni, della localizzazione e del controllo della navigazione nel mare, ma si evidenziano anche i rischi legati alla minaccia cibernetica. Sarà garantito il coordinamento con la politica nazionale per la protezione delle infrastrutture critiche.

 

  1. Privatizzazione delle Autorità di Sistema Portuale: Si suggerisce di trasformare le AdSP in imprese, in collaborazione con il settore privato, per adeguare la gestione dei porti alle esigenze del traffico e degli utenti portuali.

 

  1. Reclutamento di lavoratori stranieri: Nella pesca, c’è una necessità di lavoratori stranieri, e si cercheranno soluzioni politiche ed amministrative adeguate per affrontare questa emergenza.

 

  1. Ruolo degli ITS (Istituti Tecnici Superiori): Gli ITS avranno un ruolo importante nella formazione del personale marittimo, e si lavorerà per rafforzarne l’azione di formazione e garantire un maggiore supporto statale e regionale.

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