Il gioco d’azzardo: la nuova dipendenza dilaga tra i giovani

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di Ermes Strippoli e Francesco Scorrano 

 

Chiamata come “dipendenza senza droghe“, il gioco d’azzardo sta emergendo come un problema sempre più diffuso tra le nuove generazioni. Questo crescente fenomeno preoccupa i genitori ed è paragonabile all’ansia causata dalle dipendenze da sostanze stupefacenti.

 

Conformemente alle rivelazioni dell’indagine epidemiologica svolta dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), la quale è stata la più esauriente e dettagliata in ambito nazionale, si evidenzia un fenomeno che coinvolge pressoché un terzo degli individui maggiorenni. Questa realtà si manifesta con oltre 1 milione e mezzo di giocatori afflitti da problematiche connesse e con un giro d’affari annuale stimato intorno ai 110 miliardi di euro. In termini di ricchezza, l’Italia assume la posizione primaria in Europa, e a livello globale si colloca al terzo posto, preceduta solamente da Cina e Australia.

 

La percentuale di individui con problematiche di gioco tra gli studenti raggiunge il preoccupante livello del 10%, cifra che corrisponde a circa 70mila persone, a cui si sommano ulteriori 80 mila individui considerati a “rischio” di sviluppare tali problematiche. Un ulteriore dato allarmante riguarda l’età in cui si inizia a sperimentare il gioco d’azzardo: il 40% degli interessati ha avviato questa esperienza tra i 9 e i 12 anni.

 

D’altra parte, ci sono sempre più modi in cui le persone possono sperimentare il gioco d’azzardo. Ci sono tantissime opzioni disponibili, come il poker, i casinò su internet, le lotterie, i gratta e vinci, le slot machine, le macchinette VLT e le scommesse sportive. Persino nei videogiochi c’è un po’ di gioco d’azzardo. Questo lo spiega Fabio Pellerano, un educatore che lavora in un servizio che si occupa di aiutare le persone con dipendenze a Torino. Lui e Forleo dicono che lo Stato in qualche modo “invita” le persone a giocare: “Non serve che uno abbia già la voglia di giocare, perché è sempre più facile trovare modi per farlo: nel nostro Paese c’è molta pubblicità in questa direzione”.

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Ricerche condotte da Avviso Pubblico in collaborazione con il Comitato nazionale per la ricerca (Cnr) mostrano un cambio di tendenza: mentre nel 2019 il gioco d’azzardo avveniva principalmente offline, ora le piattaforme online sono preferite.

 

Un altro problema è rappresentato dalle nostre percezioni troppo spesso distorte, che trovano terreno fertile nella scarsa informazione sul tema. Basti pensare alle probabilità di vincita: quelle di fare 6 al Superenalotto sono dello 0.0000002%, mentre i biglietti vincenti dei Gratta e vinci sono uno ogni 6 milioni (per quelli da 500.000 euro) e uno ogni 106.000 (per quelli da 100.000 euro). Statisticamente è molto più probabile essere colpiti da un fulmine nell’arco della nostra vita (1 su 10.000), eppure l’impressione generale è diversa. A diventare virali sono infatti le notizie di quelli che vincono, mentre “le storie di centinaia di migliaia di persone inghiottite dal tunnel dell’azzardo non finiscono sui giornali”, afferma Forleo.

 

È quindi essenziale dedicarsi all’approfondimento del fenomeno delle ludopatie, poiché esse costituiscono una realtà nascosta ma molto più diffusa di quanto comunemente si creda. Questa affermazione è sottolineata dal preside Franco Francavilla, il quale afferma che è cruciale studiarle e comprenderle. Pertanto, Forleo e Pellerano fanno un appello affinché le persone si informino, condividano le conoscenze acquisite e compiano scelte consapevoli su questo tema. Tuttavia, il messaggio più importante, soprattutto per i giovani, è che non dovrebbero sottovalutare la possibilità che questo problema li colpisca. La dipendenza dal gioco d’azzardo non si sviluppa casualmente e ritenere che la fortuna sia sufficiente è un atteggiamento che porta solo a perdite.

 

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