Di Canio Trione

Che significa la locuzione “Banca del Mezzogiorno”? da molto si usa questa frase ma da qualche giorno se ne fa più insistente il vocìo a riguardo del futuro della Popolare Bari..
A rigore dovrebbe significare di proprietà di persone -molte o poche- del Mezzogiorno. Cosa non tanto fantasiosa visto che il sud dispone di molto più risparmio del resto d’Italia e quindi ampiamente in grado di avere una propria banca; cosa peraltro storicamente già avvenuta con le decine di banche salentine o della stessa Popolare di Bari. Ma certamente non è questa la accezione che si vuole dare a tale allocuzione.
Potrebbe significare banca orientata al Sud e cioè specializzata per la clientela del sud con prodotti creditizi e finanziari pensati specificatamente per il sud; ma niente di tutto questo è sul tavolo.
Potrebbe essere uno strumento operativo per la erogazione di aiuti destinati al sud ma sappiamo che anche questa opzione non esiste.
Forse potremmo chiederci chi ha deciso questa cosa e forse potremmo capire se è una cosa di facciata o no. Per evitare delusioni cocenti ci conviene non chiederlo.
L’unica possibilità è attribuire a questo nuovo nome il ruolo di veicolo di un rinnovo della immagine da attribuire alla Banca Popolare di Bari. Un po’ come già si fa con i partiti quando falliscono nel proprio intento e arrivano a consenso zero…cambiano nome e tutto il resto rimane dov’era. Fino al prossimo fallimento.
Nel caso della Popolare di Bari alcuni suoi dipendenti sono pagati da Medio Credito Centrale che li “presta” alla Popolare Bari. Anche alcuni prestiti vengono garantiti non dal patrimonio della popolare ma da Medio Credito e quindi sono prestiti resi possibili dalle disponibilità del Ministero. Cioè è un po’ come se la Popolare Bari almeno in parte non esistesse più già adesso e da vari mesi.
Così si decide di cancellarne anche il nome.
Sembra delinearsi uno scenario in cui lo Stato e per esso i Ministeri negli sportelli della Popolare di Bari fa lavorare i propri dipendenti ed eroga prestiti come fosse una banca privata. E la chiama in modo nuovo e accattivante: Banca del Mezzogiorno; dietro il quale nome non c’è nulla.
Ma agli azionisti non era stato detto che la trasformazione in Spa serviva al rilancio della banca e non al suo azzeramento? E a cosa serve questo azzeramento? Non si sa. Perché espropriare gli azionisti della popolare Bari per fare ciò? Non si sa! Perché lo stato vuole fare ciò? Non si sa. Si può fare tutto questo che ha un impegno finanziario non indifferente senza passare dal Parlamento e senza farlo sapere prima a contribuenti ed azionisti? Non si sa. Le associazioni dei consumatori che hanno visto fare tutto ciò sotto il loro naso ne sono contenti? Non si sa.
Adesso che il marchio della Popolare di Bari è stato gettato nel cestino nessuno ricorda che è patrimonio dei vecchi azionisti e della città tutta? Solo il valore di questo marchio di varie decine di milioni di euro potrebbe ristorare i suoi legittimi proprietari almeno in piccola parte. Ma per fare tutto questo bisogna che lo si voglia (e non sembra che nessuno lo voglia fare) e che lo si sappia fare (e cioè servono degli avvocati veri che non si vedono all’orizzonte).
E l’Europa non se ne accorge? Non era vietato che lo Stato entrasse in prima persona nell’economia? Oppure i Trattati servono per fermare gli altri e non loro? Adesso anche l’Europa vuole tenere il Sud sotto il suo tallone colonialista? Non si sa nulla! È un periodo nel quale in politica prima si fanno le cose e poi si dicono; un po’ come fanno gli scippatori che non avvisano prima delle loro azioni.

 

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