di @nasodvino

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#vadovetiportailnaso

Lei era alta, bella, bionda, occhi celesti.

E si, per noi nati negli anni ’70 viene subito in mente la canzone di Francesco Nuti nel geniale, irriverente e precursore film “Madonna che silenzio c’è stasera” quando entra in scena con la chitarra davanti ad un pubblico incontentabile ed irritato ed esordisce con un “Canterò per voi una canzone d’amore…

Lui era moro, occhi ebano, aitante, mediterraneo.

Sentì l’odore della sua pelle profumata e molto probabilmente percepì a livello inconscio ancor prima che entrasse nella sala degustazione già completamente allestita, la sua straripante sensualità che aleggiava intorno a lei come un’estensione naturale del suo corpo.

Già, il suo corpo.

Alta, bella, bionda, occhi celesti… e tutto il resto. Tutta quella calda estate del ’82 passata al bar con gli amici, fra le partite inebrianti del mondiale spagnolo, le prime birre e il juke box che suonava all’infinito come un mantra la canzone di Nuti.

Vibrazioni, sensazioni… emozioni.

Prese due calici di vino rosso, un caldo Syrah Siciliano, maturo e dolce frutto polposo e pepe nero con un tocco di spezie dolci orientali, ciliegia piccante, che qualche misterioso fato aveva deciso di mettere lì pronti nel primo stand dell’evento.

La raggiunse porgendogliene uno e guardandola fissa negli occhi. Dentro gli occhi. Fuoco e cielo.

Stasera ceniamo insieme…”

Come andò a finire ancora non so, è un romanzo che sto ancora scrivendo, quello che so per certo è che in ogni occasione che vogliamo abbattere delle barriere personali, andare oltre alle apparenze e formalità, vogliamo creare intimità, condivisione, comunione, sigillare amicizie, allargare parentele, concludere buoni affari, festeggiare buone notizie o lieti eventi, la tavola, e quindi il cibo e il vino, sono eterni, inossidabili e preziosi alleati. Fondamentali.

Di una persona possiamo discernere la sua sfera pubblica anche da lontano con la vista, apprezzarla o meno riducendo le distanze nell’ambito sociale sentendola parlare, già con il tatto, una stretta di mano una pacca sulla spalla, possiamo entrare nella sua area personale, ma per sedurre la sua intimità e carpirne la vera essenza dobbiamo ricorrere all’olfatto e al gusto.

Tutte le grandi cose accadono intorno ad un tavolo, a partire dall’ultima cena in poi.

E fra l’olfatto e il gusto c’è una sottile differenza che però ha una immensa rilevanza, psicologicamente e spiritualmente parlando.

Il gusto è l’unico senso interno al corpo umano.

Per sentire una cosa con l’olfatto spesso dobbiamo avvicinarcisi molto, ma per gustare una qualsiasi cosa dobbiamo farla entrare addirittura fisicamente dentro di noi ecco perché riguarda la sfera più intima segreta e quindi spirituale ed emozionale.

Tutta questa importanza la assume anche perché senza mezzi termini siamo ciò che mangiamo, letteralmente parlando proprio, quello che gustiamo e poi ingeriamo si trasformerà in qualche modo in sostanze chimiche che andranno a costituire, nutrire, sostituire, riparare le nostre cellule.

Troppo spesso ci nutriamo distrattamente in maniera automatica ed automatizzata o troppo frettolosa sottovalutando l’importanza sia dal punto di vista personale che sociale di stare a tavola gustando una cucina varia, sana e saporita accompagnata sempre da una buona bottiglia di ottimo vino e da veri amici.

Mangiare bene e bere meglio!

 

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