di Alessandro Romanelli

Intervista a Fabio Mastrangelo

Parlare telefonicamente con il maestro Fabio Mastrangelo è quasi un impresa.

Le linee sono intasate ed è difficile parlare anche solo 5 minuti con lui. Attraverso Whatsapp riusciamo in qualche maniera sentirci.

Lui è in Russia da tanti anni. E lì che si è costruito una carriera folgorante come direttore d’orchestra e direttore artistico di uno dei più rinomati ensemble musicali a Mosca.

Come stai Fabio? Gli ricordiamo i nostri comuni trascorsi in Conservatorio a Bari e gli stessi amici del tempo che fu.

“Io sto bene. Piuttosto dimmi della pandemia, che so in Italia accusa dei problemi di varianti internazionali.”

Noi qui stiamo meglio. In effetti i teatri sono rimasti chiusi da marzo ad aprile, e poi la vita è ricominciata come se nulla (o quasi) fosse successo. Certo, la distanza tra persone è mutata. Siamo tutti più prudenti. La distanza deve essere di un metro e mezzo. Mascherina obbligatoria per tutti. Qui in Italia. i teatri e i Cinema restano chiusi invece da mesi. e non se ne parla di riaprirli. Almeno per il momento.

Ricordiamo i suoi trascorsi con i concerti baresi al Petruzzelli.

Eh sì vorrei tornare a Bari, non appena le acque si saranno calmate.” prosegue Mastrangelo. Una carriera iniziata con un diploma in pianoforte a pieni voti, e poi proseguita in Canada, dove ha intrapreso la direzione.

Quanto ti manca la tua terra?

“Moltissimo. Anche se vado avanti qui con la mia vita e la mia Orchestra di grande spessore. Proviamo tutte le mattine con una puntualità che rasenta la disciplina più attenta e la concentrazione più sobria. Gli archi sono incredibili come capita spesso in Russia.”

Mentre in Italia siamo molto più attenti all’interpretazione ed alla espressività. Qui invece c’è una attenzione quasi maniacale su tutto. Devi essere molto attento e concentrato su tutte le partiture che esegui. Poi i risultati arrivano sempre. O quasi.

E con l’opera prosegui?

Certo. E’ sempre una mia grande passione. C’era il progetto poi naufragato, per via della pandemia, di portare l’Eugene Onegin a Bari al Petruzzelli. Ma certo che il Teatro è uno dei luoghi più sicuri al mondo. E invece, mi sembra molto strano che si prosegua in Italia nel tenere chiuso tutto. Con danni economici pazzeschi.

Qui proprio ieri, c’è stata una manifestazione dei lavoratori dello spettacolo che sono lasciati soli e senza cassa integrazione da mesi….

Purtroppo si pensa esclusivamente alla salute, e non può essere altrimenti, ma non anche all’economia che rischia un naufragio senza precedenti in Italia. I vaccini possono essere una soluzione. Se si fanno in fretta e per tutti.

Spero che le cose in Italia vadano meglio di adesso. Non si può dare la colpa del virus soltanto ai Teatri e ai Cinema. Sono altri i veicoli e i focolai della pandemia.”

Ci salutiamo con la promessa di rivederci a Bari, quando finalmente sarà tutto finito.

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