di Ezio Cirone

frontman ZER80

Chiamarsi Bob Dylan

Lauree honoris causa, premio Pulitzer, Nobel per la Letteratura e tanti altri riconoscimenti per poi incidere nel 2009 Christmas in the Heart, ennesimo marchio di fabbrica targato Bob Dylan, album di quindici tracce cover esclusivamente dedicate al Natale.

Sicuramente disco meno noto rispetto ai più ascoltati del genio della West Coast e dei famosi singoli natalizi che echeggiano nelle nostre dimore, ma di certo non può non essere considerato.

Come nelle più grandi produzioni, il quarantesimo album di Mr. Zimmerman va ascoltato con la voce del cuore, e oggi voglio sentirmi un piccolo promotore di questa produzione.

In Christmas in the Heart la voce di Bob Dylan commuove. Accade spesso quando queste straordinarie voci diventano parte di noi, come in questo disco, dove la voce di Dylan è espressa con tutta la sua profondità, come solo lui sa fare.

I proventi delle vendite furono dati in beneficenza facendo smuovere migliaia di dollari da distribuire a bimbi malati e del terzo mondo.

E allora, come può una lacrima non scendere sul viso?

 

http://www.musicmag.it/fallen-angels-bob-dylan-e-il-disco-dei-tributi/bob-dylan-2009/

Sacro o profano?

Un ebreo che celebra attraverso un disco il Natale cristiano è una strana ed emblematica provocazione discografica che, in fondo, ha nel suo intento una curiosa operazione solo per donare una voce alla beneficenza.

Dylan, con questa produzione “meno nota”, ha voluto dire al mondo che esistono tutte le condizioni necessarie affinché vi sia un vero e proprio dialogo ebraico-cristiano.

Non è una novità che Mr Zimmerman affronti da sempre temi che rivestono un ruolo centrale nella religione, nell’amore, nella giustizia, nella fratellanza, e da questa analisi si comprendono perfettamente le sue arcaiche e profonde origini. Il valore intrinseco di questa produzione è stato quello di avvicinare entità religiose contrapposte per esprimere attraverso il Natale un valore dal sapore di aggregazione e unione, al di là di ogni credo.

Leggendo questa produzione discografica, credo sia importante sottolineare che il canto Dylaniano vuole esplicitamente affermare l’importanza di abbandonare i preconcetti caratterizzanti le diversità religiose in un mondo culturalmente pluralista.

Una dimostrazione discografica, quella di Dylan in un Natale che unisce, che secondo uno sforzo analitico voleva dimostrare che solo abbandonando i vecchi stereotipi l’ampia varietà di religioni contemporanee potrebbe ricevere la considerazione che merita.

Christmas in the Heart, sacro o profano?

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