Dittatori senza potere: politici alla berlina e democrazia

Immagine di Sex Pistols, God Save The Queen (copertina di Jamie Reid)

di Canio Trione
Economista
In Italia si avverte una condizione di quasi dittatura la cui responsabilità si attribuisce al potere enorme dei politici, potere dittatoriale che si ritiene tanto grande da attendersi da loro di evitare e/o prevedere terremoti ed alluvioni, eruzioni e crisi finanziarie, denatalità, raffreddamento del pianeta e chi più ne ha più ne metta; nonostante gli sia attribuisca tanto potere li si critica liberamente fino a screditarli profondamente. Come mai un potente si fa criticare così? Non lo è quindi così tanto come pensiamo? Peraltro anche all’estero è la stessa cosa…
Sono sintomi della democrazia, ci fanno credere; tutti possono dissacrare a gogo e quindi  la dittatura non c’è; a ben guardare la dittatura invece c’è e la tocchi con mano nei settori che contano (tasse, banche, energia, burocrazia,..) e prospera imperturbabile mentre scrutare e ascoltare le telefonate di un Presidente è perfettamente accettato.
Quando era Presidente della Repubblica un liberale come Einaudi una vignetta satirica sul Candido assieme alla pubblicazione di due lettere del Presidente democristiano del Consiglio dei Ministri costò al giornalista Guareschi (quello di don Camillo) 409 giorni di carcere! E questa era la Repubblica “democratica e liberale” che aveva sostituito il regime fascista! Si pensava -come si pensa- che un potente fosse tale se fosse in grado di fare del male.
Adesso invece gli si può dire ciò che si vuole e non succede niente. Forse quelli che contano non sono i politici che votiamo ma altri?
Sembrerebbe che l’indebolimento del potere politico che comporta l’indebolimento delle Istituzioni, sia graditissimo alle grandi imprese. Un partito e una classe politica perennemente esposti al pubblico ludibrio sono molto più disposti a cedere alle tentazioni costituite dalle lusinghe economiche. Un’impresa per esempio interessata a prendersi l’appalto per il ponte sullo stretto potrà vederselo attribuire se il presidente di turno è in affanno sul piano dei consensi. Quindi siamo in una fase nella quale tutto congiura -anche il partito della diserzione dalle urne elettorali- contro le Istituzioni e la politica che le guida.
A dire il vero la destra non ha onorato le promesse di crescita economica sana e duratura come anche le sinistre non hanno realizzato né benessere diffuso, né giustizia sociale né, tanto meno, un governo popolare; financo i pentastellati si sono persi ingloriosamente dopo aver promesso l’abolizione della povertà, il sano funzionamento delle Istituzioni, la democrazia diretta con le nuove tecnologie, il contrasto allo strapotere delle multinazionali,….un disastro totale che richiede un superamento ben più profondo delle idee che ispirano la politica, di quanto la eterna diatriba destra-sinistra abbia offerto alla riflessione di opinion maker e al consenso popolare. Ma questo fallimento non dovrebbe giustificare l’asservimento delle Istituzioni!
L’Europa offre con il proprio funzionamento una proposta concreta: essa non ha alcuna ambizione di rappresentare gli elettori ma sembra aver deciso di farlo rispondendo ai maggiori interessi in campo. Cioè alle lobby finanziate dalle multinazionali. Niente altro. È evidente, per esempio, che l’auto elettrica è un flop previsto e prevedibile ma le multinazionali dell’automotive vogliono un sostegno e loro glielo danno. È evidente, come altro esempio, che la nuova farmacologia serve solo alle multinazionali del farmaco e non certo alla popolazione e alla sua salute, ma come si può resistere alle tentazioni? Si tratta di un modello di governance che nella misura in cui descrive un successo apparentemente inappellabile di chi è già potente nell’economia decreta il fallimento della dimensione sovranazionale della governance istituzionale.
Cioè l’Europa istituzionale così com’è è un fallimento ideale e concreto forse maggiore di quello italico dei pentastellati. E la gente lo percepisce.
Tutto ciò significa che si attende uno smottamento profondo nella natura e nel funzionamento delle Istituzioni e successiva ricostruzione dell’intera impalcatura pubblica. Riteniamo che questa innovazione potrà venire solo da coloro che sono stati esclusi dall’attuale banchetto e cioè dal sud del mondo … naturalmente prima che si certifichi anche la loro morte cerebrale oltre a quella economica.

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