Parola al diritto, diritto alla parola, all’ordine degli avvocati di Bari

 

di Giulia Reina

 

 La riforma Cartabia ha introdotto legislativamente i principi di chiarezza e sinteticità degli atti giudiziari civili e un emanando decreto del Ministro della Giustizia Carlo Nordio sta predisponendo i format infromatici, gli schemi e limiti di estensione degli atti di citazione, ricorsi e comparse degli avvocati ma anche delle sentenze dei giudici. Chiarezza e sinteticità, oltre alla concisione diventano gli strumenti per accelerare l’attività processuale e ovviamente contribuire a deflazionare il carico di fascicoli dei tribunali, annosa questione che vede il Governo italiano strenuamente impegnato verso l”Europa.

Tali novità non mancano di suscitare i timori della classe forense che paventa una riduzione della libertà di difesa a causa della difficoltà di ingabbiare in griglie informatiche questioni complesse ed estremamente variegate  come quelle delle controversie private, con il rischio di ridurre analiticità e profondità delle argomentazioni difensive.

Sicché, il tema della comunicazione giuridica, del linguaggio processuale, della formazione linguistica generale e specialistica degli operatori della Giustizia assume rinnovato interesse, tanto da indurre l’Ordine degli Avvocati di Bari, per iniziativa della consigliera avvocata Paola Perchinunno, a dedicare due giornate alla preparazione  linguistica degli avvocati e delle avvocate in epoca di digitalizzazione degli atti, anche se l’argomento della maniera di esprimersi del diritto non coinvolge solo gli avvocati ma tutti gli operatori della giustizia e anche il pubblico dei neofiti.

Il giornalista, il politico, il notaio e il pubblico funzionario, l’amministratore di condominio veicolano a un pubblico indistinto e sconfinato il messaggio giuridico, producendo nel lettore, ascoltatore o telespettatore una serie di reazioni dalle conseguenze imponderabili. Se  chiamo porcellum la legge elettorale oppure se parlo di legge truffa o di manette agli evasori e di fine pena mai, oppure in una trasmissione giudiziaria parlo di sospetti, prove schiaccianti oppure di insufficienza o inidoneità delle prove, sto orientando il pubblico più ampio in una direzione molto pericolosa se non ho studiato il caso alla perfezione disponendo di tutti gli atti processuali e non ho l’adeguata preparazione per asserirlo ma soprattutto se non ho un contraddittore vero e assistito dalle garanzie di legge come in tribunale.

I processi mediatici sono l’esempio di come un uso distorto del linguaggio giudiziario può produrre esiti nefasti sulla vita delle persone coinvolte sottoponendole a un doppio processo, quello vero e quello giornalistico, contribuendo ad alimentare il dubbio della colpevolezza come un marchio che si stampa a vita sulla pelle delle persone poi assolte.

Il 7 maggio 2023 alle ore 12.00 e il 28 maggio 2023, sempre alle ore 12.00, per il ciclo “Parlare il diritto”  si terranno due lezioni introduttive alla comunicazione giuridica di due autorevoli linguisti del diritto: l’avvocato Enzo Varricchio, giornalista e scrittore, e l’avv. Massimo Corrado Di Florio, formatore e saggista, entrambi cofondatori di Ora Legale News, il magazine (mediapartner di Scripta Moment) che racconta sia i fatti della Giustizia che i problemi della società e della cultura visti con gli occhi del giurista.

Dopo i saluti dell’ avvocato Salvatore D’Aluiso, Presidente dell’Ordine degli Avvocati Bari, e dell’avvocata Ebe Guerra, Coordinatrice della Commissione  Cultura Spettacolo e sport, il 7 giugno Enzo Varricchio si occuperà del tema:

Diritto “è” lingua: la comunicazione giuridica nell’era della chiarezza e della sinteticità digitali.

Enzo Varricchio

“Parlare il Diritto. Il diritto parla. Il diritto è fatto di parole, le sue parole sono il diritto, “diritto è   lingua”, la sua lingua, una lingua applicata al settore giuridico. La lingua italiana nasce con il diritto. Il primo documento scritto in volgare italiano è il Placito Capuano, un verbale notarile di  testimonianze giurate risalente al 960.

La parola è l’uomo, l’uomo è parola; essa, unitamente ai numeri, è sinora rimasta la testimonianza più facile da archiviare in modo da costituire patrimonio della cultura di un popolo e dell’Umanità.  Come ogni altro mezzo comunicativo del libero pensiero, è entrata nella nostra Costituzione all’art. 21, comma 1:

“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”.

Oggi, in epoca di digitalizzazione informatica, la parola rischia di impoverirsi, incapsularsi, reificarsi, diventare oggetto, e per questo va conservata, tutelata e utilizzata in tutte le sue sfumature e ricchezze” (Enzo Varricchio).

 

Il 28 giugno, Massimo Corrado DI FLORIO, si occuperà del tema: Linguaggio giuridico. Brevi riflessioni in tema di igiene giuridica.

Gli incontri sono aperti al pubblico e potranno essere seguiti in webinar

Iscrizioni su piattaforma gotowebinar al link:

https://attendee.gotowebinar.com/register/XXXX

Per informazioni: 3289517083

 

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