di Giovanna Quaratino

https://giovannaquaratino.it/

 

Dopo la conclusione di un’altra settimana della moda, quello su cui dovremmo riflettere è su come sta cambiando o se realmente sta cambiando il settore moda.

Sicuramente la pandemia, come negli altri settori, ha influito sulla metamorfosi, ma come?

Gli ultimi anni hanno accelerato il processo di trasformazione digitale della moda.

Gli acquisti sugli e-commerce o su altre piattaforme digitali sono aumentati in maniera esponenziale. Nel 2022 i ricavi della vendita online nel settore dell’abbigliamento si aggira sui 205 miliardi, dato che potrebbe continuare a salire.

Si parla di “multichannel commerce”, ovvero una strategia di vendita al dettaglio che comprende e collega più canali come i canali social, le mobile app, i chatbot ecc..

L’acquisto online, quindi ricevere abiti a casa, è stato dimostrato essere più salutare per l’ambiente rispetto a recarsi fisicamente nei negozi fisici. Questo però vale se si fanno pochi acquisti. Nel rovescio della medaglia vi è infatti l’acquisto senza controllo.

Sempre più sentiamo parlare di sostenibilità, di trasparenza, di riuso ma le aziende e i consumatori cosa fanno nel concreto?

Si tratta solo di greenwashing? Il greenwashing è una pratica sempre più comune, è la volontà di indurre i propri o potenziali clienti a credere che si è impegnati nella tutela dell’ambiente.

Il dato positivo è che negli ultimi anni i numeri di aziende e brand realmente attenti all’ambiente sono aumentati.

Grazie anche ad attività come la Fashion Revolution Week molte persone hanno iniziato a chiedersi realmente “Chi ha fatto i miei vestiti?

La Fashion Revolution Week coincide con la data in cui vi è stato il disastro del Rana Plaza in Bangladesh, edificio che ospitava una serie di fabbriche di abbigliamento e più di 5.000 persone in condizioni anomale, edificio che crollando ha causato la morte di +1000 persone, per lo più donne.

Quello che realmente deve cambiare è il nostro approccio all’acquisto e al pensiero.

Chiedersi cosa c’è dietro un prodotto, chi lo produce e come viene realizzato.

Questa è la prima pratica ma ve ne “Mostrerò” altre.

 

 

 

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