AI generativa: la rivoluzione silenziosa della creatività

di Ermes Strippoli
Dal testo all’immagine, dal video alla musica, l’AI generativa sta cambiando il nostro modo di creare. E lo fa in silenzio, senza clamore, ma con una rapidità impressionante. Dietro un prompt digitato in pochi secondi, si aprono mondi visivi, voci che sembrano vere, idee che prendono forma.
Cos’è l’AI generativa? È un tipo di intelligenza artificiale capace di produrre contenuti nuovi: scrive, disegna, compone, parla. Strumenti come ChatGPT, DALL·E, Sora (per i video) o Suno (per la musica) stanno diventando sempre più accessibili e intuitivi. Bastano poche parole per generare un’immagine o un brano musicale.
La domanda è inevitabile: può un algoritmo essere creativo? Forse non ha emozioni, ma elabora, combina, inventa a partire da milioni di esempi. E i risultati, spesso, sorprendono. Alcuni artisti contemporanei, come Refik Anadol o Kevin Abosch, usano già l’AI come partner creativo. L’artista non è più solo autore, ma anche curatore, interprete, spettatore.
Per molti, queste tecnologie sono un’opportunità: rendono più facile esprimersi, soprattutto per chi non ha mezzi o competenze tecniche. Per altri, c’è il rischio che tutto diventi “troppo facile” e che la creatività si svuoti. In ogni caso, non possiamo ignorarla: l’AI generativa è qui, e sta ridefinendo ciò che significa creare.
Forse la domanda più urgente non è “l’AI ci sostituirà?”, ma “come vogliamo usarla?”. Possiamo subirla o possiamo integrarla. Possiamo perderci nella quantità o cercare nuove qualità. Sta a noi decidere se considerarla un nemico, un assistente… o un nuovo modo di pensare.
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