di Francesco Scorrano

A dieci anni dall’entrata in vigore della legge sugli ecoreati, il bilancio tracciato da Legambiente e Libera evidenzia numeri significativi. Dal giugno 2015 al dicembre 2024, in Italia sono stati accertati 6.979 reati ambientali, con una media di un illecito penale ogni tre controlli effettuati.

Al vertice della classifica per numero di violazioni ambientali figura la Campania, seguita da Sardegna e Puglia. Complessivamente, il 40,5% degli illeciti è stato riscontrato nelle quattro regioni considerate a tradizionale presenza mafiosa: Campania, Puglia, Sicilia e Calabria.

Nel decennio osservato, le autorità hanno effettuato 21.169 controlli, denunciando oltre 12.500 persone e procedendo con 556 arresti. I beni sequestrati in tutta Italia per reati ambientali ammontano a oltre 1,15 miliardi di euro.

Il bilancio arriva alla vigilia di “ControEcomafie”, la conferenza nazionale promossa da Legambiente e Libera in programma il 16 e 17 maggio a Roma, in collaborazione con l’Università Roma Tre e l’associazione Casa Comune.

Le due organizzazioni sottolineano come la legge, approvata dopo 21 anni di attese, abbia rappresentato una svolta, trasformando molte denunce in processi e portando alle prime sentenze definitive. Tuttavia, ribadiscono la necessità di colmare le lacune normative ancora presenti, a partire dall’adozione della direttiva europea sulla tutela penale dell’ambiente.


FOTO: di Calvin Sihongo su Unsplash

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