Quando l’agricoltura entra nei musei: l’arte racconta il cibo e i suoi territori

L’agricoltura non è più solo questione da trattori e zappe. Oggi, sempre più spesso, il dibattito attorno a come produciamo il nostro cibo si sposta nei musei, nei festival e negli spazi culturali. Un segnale importante, perché vuol dire che il modo in cui coltiviamo la terra – e ciò che questo comporta – inizia a essere visto come parte integrante della nostra cultura e della nostra identità.

Capire da dove arriva ciò che mangiamo richiede uno sguardo più ampio e consapevole. E la cultura può aiutarci proprio in questo: raccontando storie, proponendo riflessioni e mettendo in dialogo arte, ambiente, economia e società. È quello che fa, per esempio, la mostra Il campo espanso. Arte e agricoltura in Italia dagli anni Sessanta a oggi, in corso a Palazzo Collicola di Spoleto (PG) fino all’8 giugno.

Curata da Simone Ciglia, l’esposizione raccoglie i lavori di trenta artisti italiani che, attraverso linguaggi diversi, riflettono sullo stato dell’agricoltura nel nostro Paese. Non mancano temi forti come lo sfruttamento nelle campagne, ma anche spunti poetici e storici. È un percorso che unisce arte contemporanea e ruralità, mostrando quanto siano intrecciati il paesaggio agricolo e quello culturale.

La mostra nasce da una lunga ricerca, già confluita nel libro omonimo pubblicato nel 2015 da CREA, e si sviluppa in tre progetti espositivi distribuiti all’interno del museo. Un lavoro corale che invita a riflettere sull’origine del cibo, sul lavoro nei campi e sul legame profondo tra uomo e natura.

Fonte e ulteriori info


FOTO: di Palazzo Collicola

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