Dal prossimo 10 giugno al 14 settembre, la Galleria Borghese accoglierà un progetto espositivo che segna un passaggio importante nel dialogo tra arte antica e linguaggi contemporanei.

A firmarlo è Wangechi Mutu, artista keniota-americana di fama internazionale, la prima donna vivente a esporre all’interno della storica residenza del Cardinale Scipione Borghese.

La mostra, dal titolo Wangechi Mutu. Poemi della terra nera, si sviluppa come un ampio intervento site-specific, pensato appositamente per gli spazi del museo: dalle sale interne alla facciata, fino ai Giardini segreti.

In linea con il percorso che negli ultimi anni ha visto protagonisti artisti come Giuseppe Penone e Louise Bourgeois, anche Mutu propone un dialogo diretto con il contesto, sfidando la tradizione classica e offrendo una visione alternativa dei luoghi e delle opere.

Il progetto non si limita a una semplice esposizione di opere, ma si configura come un percorso poetico e mitologico, dove elementi frammentati e sospesi, forme ibride e nuove narrazioni si intrecciano ai capolavori della collezione storica.

Senza oscurare le opere antiche, le creazioni dell’artista si insinuano nello spazio, rivelando ciò che è stato dimenticato, nascosto o rimosso.

Con questa mostra, la Galleria Borghese rafforza la propria vocazione a ripensare il museo come luogo in continua trasformazione, capace di accogliere più storie e prospettive.

Un’anticipazione del tema portante del programma espositivo del 2026, dedicato al concetto di metamorfosi.

Fonte e ulteriori info

 


FOTO: di Galleria Borghese

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