Germania, inflazione in calo

di Francesco Scorrano
L’inflazione in Germania registra un’ulteriore flessione. Secondo l’Ufficio federale di statistica (Destatis), l’indice dei prezzi al consumo (IPC) è aumentato del 2,3% a gennaio 2025 rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, confermando il dato provvisorio. A dicembre 2024 l’inflazione era leggermente più alta, attestandosi al 2,6%.
L’incremento dei prezzi alimentari ha mostrato un rallentamento, mentre il costo dell’energia ha contribuito a contenere l’inflazione. Tuttavia, i rincari nei servizi restano un fattore di pressione sui prezzi. Su base mensile, rispetto a dicembre 2024, i prezzi al consumo sono scesi dello 0,2%.
L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA), utilizzato per confronti a livello europeo, ha registrato un incremento del 2,8% rispetto a gennaio 2024 e una riduzione dello 0,2% rispetto a dicembre.
L’energia ha registrato un calo dell’1,6% rispetto allo stesso mese del 2024, confermando il trend negativo di dicembre. In particolare, i prezzi dei carburanti sono scesi dello 0,1%, mentre l’energia domestica ha segnato una flessione del 2,5%. I consumatori hanno potuto beneficiare di un ribasso per l’elettricità (-3,6%), l’olio combustibile leggero (-1,2%) e i combustibili solidi come pellet e legna da ardere (-8,7%). Tuttavia, alcune voci energetiche hanno visto rincari significativi, come il gas naturale (+0,5%) e il teleriscaldamento (+9,8%), spinti dall’aumento del prezzo della CO₂ e delle tariffe di rete.
I prezzi dei prodotti alimentari sono cresciuti dello 0,8% rispetto a gennaio 2024, segnando un rallentamento rispetto al +2,0% di dicembre. Alcuni beni hanno registrato rincari importanti, come i grassi e gli oli alimentari (+15,1%) e il burro (+32,6%). Anche i prodotti lattiero-caseari e le uova hanno visto un aumento (+2,7%), mentre carne e derivati hanno mantenuto prezzi stabili (0,0%) e le verdure sono risultate in calo (-2,3%).
Escludendo energia e alimentari, l’inflazione core si attesta al 2,9%, segnalando un incremento superiore alla media in altri settori. I servizi in particolare hanno registrato un forte rialzo, con un aumento del 4% rispetto a gennaio 2024. Tra le voci più colpite figurano le strutture sociali (+10,1%), le assicurazioni (+9,9%) e i servizi ospedalieri (+8,0%). Anche la manutenzione dei veicoli (+5,7%) e la ristorazione (+4,7%) hanno subito rincari rilevanti. Gli affitti, invece, sono aumentati del 2,0%, restando sotto il livello medio dell’inflazione. In controtendenza, il settore delle telecomunicazioni ha visto una riduzione dell’1,1%.
Nel complesso, i beni sono aumentati dello 0,9% su base annua, con un incremento più marcato per i beni di consumo (+0,9%) rispetto ai beni durevoli (+0,5%). Le bevande analcoliche e i prodotti del tabacco hanno registrato aumenti del 5,8%, mentre mobili e lampade sono scesi dell’1,2%.
Rispetto a dicembre 2024, l’indice dei prezzi al consumo ha registrato un calo dello 0,2%. A incidere sono stati i ribassi stagionali di voli (-17,9%), pacchetti turistici (-15,7%), abbigliamento (-5,7%) e calzature (-2,7%). Anche i generi alimentari hanno segnato una lieve flessione (-0,3%), con la frutta fresca in calo del 3,2%. Al contrario, i costi dell’energia sono aumentati dell’1,3%, trainati dal rincaro del petrolio (+8,2%) e dei carburanti (+4,3%).
Tra gli aumenti più significativi si segnala il rincaro del trasporto pubblico locale, con il biglietto della rete salito del 10,4% e l’abbonamento mensile nazionale passato da 49 a 58 euro (+4,2%). Anche i servizi postali e di spedizione hanno visto un rialzo del 6,9%, dovuto all’aumento delle tariffe di consegna.
FOTO: di Maheshkumar Painam su Unsplash