di Samanta Leila Macchiarola

    

Il primo enigma della storia di cui si abbia documentazione è l’Enigma della Sfinge.

Nella mitologia greca veniva posto ai passanti dalla Sfinge, un leone con volto da donna ed ali da uccello, all’ingresso della città di Tebe e chi non era in grado di risolverlo veniva strangolato o, secondo alcune fonti, divorato dal mostro.

L’enigma che essa proponeva, secondo lo Pseudo-Apollodoro ( metà del I sec. a.C.), così recitava:

«τί ἐστιν ὃ μίαν ἔχον φωνὴν τετράπουν καὶ δίπουν καὶ τρίπουν γίνεται;» «Chi, pur avendo una sola voce, si trasforma in quadrupede, bipede e tripede?»
(Biblioteca, III, 5, 8)

Secondo il mito fu Edipo, figlio di Laio e Giocasta, a liberare la città  dal terribile mostro.

“La risposta era “l’uomo”, che gattona da neonato, cammina su due gambe da adulto e si appoggia su un bastone da anziano”

Sconfitta da Edipo, la Sfinge si suicidò dall’Acropoli.

Ma questa è un’altra storia…

“Sta di fatto che, per i suoi valori simbolici, l’enigma rimanda all’idea stessa dell’esistenza umana nel suo progressivo evolversi verso la maturità, la senilità, il decadimento fisico”

Esso consegna ai posteri e a noi, donne e uomini della contemporaneità, un’idea di vecchiaia che, per quanto ancora radicata nell’immaginario collettivo, viene, oggi, sempre più spesso smentita, da nuove immagini, condizioni, cure e possibilità che contribuiscono e rendono possibile un nuovo modo di intendere la vita, superati i 60 anni…

Se la soluzione dell’enigma descriveva questa fase della vita come quella in cui due gambe non bastano più a sorreggere l’uomo, è evidente quanto quell’immagine non sia più chiaramente generalizzabile.

Per tali ragioni, possiamo, allora, guardare  a questa età come ad un’età preziosa, di bilancio (non solo per la saggezza acquisita) ma, sicuramente, ancora  aperta a molteplici prospettive, un’età che contiene in sé  il duplice valore di limite, se tradizionalmente intesa, ma anche, e oggi più che mai (almeno nel così detto Nord del mondo),   di frontiera verso inimmaginabili direzioni…

“Una golden age, come l’abbiamo definita, senza data di scadenza…”

Molteplici gli scenari che la maturità nasconde, svela, propone…

Perché non c’è punto di arrivo che non sia anche punto di partenza. Con le sue  luci e, talvolta, con le sue ombre.

Se è  indubitabile che una buona salute rappresenta la condizione imprescindibile per viverla al meglio, occorre altresì  riconoscere che, soprattutto nella nostra società, esiste, per alcuni, il rischio di viverla nell’ “abbandono confortevole e sicuro” di una casa di riposo o, ancor peggio, in condizioni che richiamano vecchie povertà o ne palesano di nuove…

E’ pur vero, d’altro canto, che rispetto ad un passato anche piuttosto recente, gli ultrassessantenni rappresentano una categoria privilegiata. A differenza degli antichi che oscillavano tra il riconoscimento dell’immenso prestigio di quest’età, la consapevolezza del decadimento fisico e i tentativi per arginarlo, oggi li vediamo impegnati su più fronti.

Reinventarsi dopo la pensione, proseguire negli “studi”, dedicarsi ad attività manuali e creative senza perdere di vista il mondo che cambia, accompagnarsi in un rinnovato rapporto d’amore, impegnarsi nell’attività fisica o comunque nella cura di sé e, contemporaneamente , accettarsi per quello che si è, rappresentano solo alcune delle sfumature di questa fase della vita.

Protagonisti della cinematografia, oggetto di attenzione e di interesse in psicologia, fotografati  ma anche reinterpretati in chiave umoristica o,  semplicemente, rappresentati nell’arte, gli over 60  sono oggi in grado di vivere la modernità nella piena consapevolezza della propria età, della sua bellezza e senza più nulla da dover dimostrare…

Perché, proprio come ci invita a riflettere un articolo …

“L’età è quella che ci diamo il permesso di sentire”

1 thought on “Un uomo non è vecchio finché è alla ricerca di qualcosa

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