di Ezio Cirone

frontman ZER80

 

Made in Sud: una lettera provocatoria 

Cari amici settentrionali.

Perché non considerare l’Italia artistica un insieme di tribù culturalmente omogenee? Perché non riconoscere ciò che ci è dovuto? Dov ‘è  la meritocrazia?

Noi non siamo solo quelli delle belle spiagge, dei bei colori, del buon cibo e del buon vino, non siamo quelli da estirpare e violentare.

Nulla di più semplice venire qui da noi, prendervi il meglio che c’è, mettergli una bella etichetta “Made in Nord”, per poi venderlo a caro prezzo. E’ un po come creare un capo di abbigliamento griffato e nascondere l’etichetta Made in China. Ma il nostro non è un Made in China, con tutto il rispetto, la qualità delle nostre produzioni andrebbe pagata a peso d’oro, per cui abbiate il buon senso di riconoscerne le origini, non vi chiediamo altro.

Ma veniamo alla musica, perché questa cornice è solo l’inizio!

Aggiungiamo al menù le miriadi di “pseudo produzioni musicali” realizzate nel vostro freddo e nebbioso territorio del nord, produzioni che nella loro obsolescenza farebbero rabbrividire anche le nostre nonne ottantenni comode e rilassate in riva al mare sotto l’immenso cielo blu in un caldo mezzogiorno di Agosto munite di borse dell’acqua calda. Creazione a tavolino di falsi miti che molto spesso vengono dimenticati dopo pochi mesi al cospetto delle prelibatezze artistiche che il Sud musicale ha da sempre offerto al mondo intero e che nella maggior parte dei casi è ricordato da intere generazioni.

Dai pugliesi come Domenico Modugno, per citarne alcuni, che nella memorabile iconografia musicale con il brano “Nel blu dipinto di blu… Volare, oh oh” ha raccontato a tutto il mondo la gioia di vivere, ad Albano Carrisi che con il brano “Nel Sole” ha dato luce e calore all’intera nazione tra i ritmi della Taranta e della Pizzica, dalle ballate della cultura popolare dell’Ambasciatore Renzo Arbore alla folcloristica danza popolare sarda.

Dai più giovani pugliesi Caparezza, Negramaro e Diodato ai grandi siciliani Franco Battiato, Mario Venuti, Carmen Consoli e Roy Paci. Dalle sorelle calabresi, Loredana Bertè e Mia Martini al lucano Mango. E poi… Pino Daniele, Edoardo Bennato e Massimo Ranieri, tra le icone della splendida Campania.

Questi sono solo parte di una lunga stirpe di magnificenze artistico-musicali senza tempo e targate “Made in Sud”.

The real thing

Allora diciamo le cose come stanno.

“Siamo convinti della generale superiorità del Sud sul Nord e del fatto che la cultura, la musica, la civiltà e il modo di vivere dei meridionali siano il meglio come esempio e che i veri provinciali siete voi.”

Quanto fastidio vi da questa affermazione?

Provate a cimentarvi nella nostra posizione per comprendere quanto tutto ciò è inaccettabile. Ma oramai, sarà per abitudine o perché in fondo siamo certi e convinti delle nostre risorse artistiche, e non solo, che a tutto ciò non diamo più peso, e così che l’idea del contrappeso diviene semplicemente un vostro pourparler mentre noi siamo qui siamo al sole, con una chitarra in riva al mare a realizzare ciò che resterà nella storia e nella memoria di tutti.

Ad ogni buon conto non è assolutamente ideologico pensare a una disomogeneità culturale e musicale italiana, perché questa assenza di peso radical chic che avete architettato sminuendoci in largo e lungo, sicuramente è “Pop”, fa figo, vi veste da padroni, ma alla lunga è veramente stupida, perché è solo una facciata insignificante e senza alcun fondamento costruttivo per una nazione che aggregandosi potrebbe essere d’esempio al mondo.

Fate un passo indietro, perché la nostra musica, rispetto agli standardizzati programmi e produzioni musicali made in Nord, essendo un po’ meticcia e ricca di valori, è da sempre accomunata da una gioia di vivere che affiora nelle nostre canzoni, è questo il vero motivo per cui le nostre produzioni meritano il giusto riconoscimento nazionale e mondiale, e dovreste prenderne esempio.

L’aggregazione e la speranza che le cose possano migliorare sono elementi essenziali della nostra musica, e ricordiamo che il Meridione ha ispirato migliaia di canzoni disegnando il nostro modo di essere e delle generazioni future, le nostre canzoni hanno da sempre fatto da sottofondo alle nostre vite e a quelle di molti cittadini italiani e del mondo intero; le nostre creazioni hanno costruito da sempre speranze guardando all’innovazione e al futuro.

La verità è che abbiamo una marcia in più e non volete accettarlo, da secoli!

Non sappiamo quanto ancora durerà questa spaccatura, ma una cosa è certa, qui al mare e al sole si sta davvero bene e di certo non abbiamo bisogno di macinare chilometri e nasconderci nel freddo e nebbioso buio delle vostre notti settentrionali per colmare quel vuoto che noi non abbiamo!

Da sempre noi costruiamo la storia, ma qualcuno dovrà pure raccontarla, a modo suo… a modo vostro!

In attesa di un Vs freddo e ordinato responso,

cordialmente,

il SUD.

 

Fonte immagine articolo

PICS: https://www.panorama.it/musica/domenico-modugno-60-anni-fa-il-trionfo-festival-di-sanremo-con-volare-nel-blu-dipinto-di-blu/

Scritto da: Gabriele Antonucci – 1 febbraio 2018

 

2 thoughts on “A noi ci piace Volare

  1. hai dimenticato tutta la canzone napoletana dal ‘700! e poi che il festival di sanremo è stato copiato da quello di napoli che poi non si è più tenuto… e poi che la canzone del Piave è napoletana cantata nelle trincee da napoletani..
    Basti pensare, visto che hai citato il nostro Mimmo Modugno, che non avendo mai studiato musica non poteva, per la legislazione dell’epoca, firmare le canzoni e quindi le prime le ha fatte firmare da altri che poi non hanno riconosciuto il merito (rimediando una figuraccia planetaria). morale: un ragazzo minorenne ha saputo fare un inno nazionale oggi più conosciuto e cantato in tutto il mondo di quello di Mameli senza neanche aver perso tempo a studiare… e se avesse studiato? E che dire di O Sole mio?
    Qui non si tratta di auto referenziarci perchè non esiste nessuno al mondo più referenziato, ma serve assolutamente che ci ricordiamo delle nostre qualità per rimboccarci le maniche: se non ci muoviamo noi nessuno sarà mai in grado di affrontare (non dico risolvere m a anche solo affrontare) i problemi nostri e dell’intero pianeta!
    e… complimenti!

    1. Ciao Canio Trione, grazie innanzitutto per il tuo gradito intervento. Ulteriori approfondimenti storici andrebbero indubbiamente affrontati e citati come evidenziato nelle tue menzioni, e ci sarebbe veramente tanto da raccontare, o meglio, da ricordare a chi probabilmente finge di non sapere. Purtroppo quando si è consapevoli di non avere strumenti adatti al confronto, spesso è più semplice glissare che affrontare la paura di una sconfitta verosimilmente certa. Il vero è come sostieni, nessuno vuole auto referenziarsi, nessuno vuole creare spaccature, ma al contempo dobbiamo necessariamente ricalcare la storia affinchè ne resti sempre traccia.
      Un saluto e ancora grazie.

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