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di Giovanna Francesconi.

 

Primo dicembre.

Panico.

La grande corsa alla perfezione: addobbi, tovaglie, centrotavola, ornamenti, piatti, piante, palline, pallone, polverina, neve finta, luci, altre sostanze chimiche, presepi, alberi, bue, asinello, re magi, oro incenso, mirra (che poi che diavoleria è la mirra?).

E’ Natale.

Tutti ambiscono a essere originali pur rimanendo banali.

E’ Natale.

Va bene l’arredamento in tutte le sue 50.000 sfumature di rosso ma la verità è una:

il menù conta più di qualsiasi altra cosa.

Bisogna ostentare.

Non sia mai che la cognata come l’anno passato ci surclassi con quella maledetta geniale idea del dolce a forma di presepe.

Maledetta.

La zia zitella si è addirittura impegnata con le corna da renna per i barboncini.

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E ora? Che si fa?

Prima di darvi qualche consiglio sveliamo il primo arcano.

Un po’ come le zucchine in patate riso e cozze o il nome di patate riso e cozze (o riso patate e cozze) c’è un dubbio che sinora nessuno aveva mai risolto.

In maniera del tutto empirica, con potenti mezzi di ricerca accademica, ho svelato se il brodo si deve mangiare il 25 o il 26.

Il popolo di Instagram, infatti ha così deciso:

Su 126 partecipanti al mio sondaggio nelle history solo il 31% mangia il brodo il 25.

Il restante 69%, in barba a tutti i diritti delle minoranze appena elencate, ha sentenziato che il 26 è saggiamente consigliato un giorno di depurazione con il liquido bollente.

Anche se per depurarsi dai pranzi di Natale al Sud sarebbe più utile l’Idraulico Liquido Gel o il napalm.

Dunque, signori, se qualcuno osa contrastare la vostra scelta di servire il brodo a Santo Stefano, sbattetegli in faccia i sondaggi e zittitelo.

Altro consiglio utile.

Se cercate di fare i fighissimi con piatti di cucina molecolare o dolci alla tapioca proteica della Nuova Caledonia, aspettatevi che lo zio con la panza vi diseredi e cerchi gridando una via di fuga dal luogo infernale che diverrà casa vostra.

Natale è tradizione!

Dunque, signori baresi:

  1. Frutti di mare.
  2. Rape stufate.
  3. Pettole.
  4. Capitone (anche se è disgustoso già solo il nome).
  5. Baccalà.
  6. Muscari comosum.
  7. Panettone.
  8. Pandoro.

Per tutti gli onesti che si sono chiesti cosa significhi il numero 6, nulla di più semplice: I LAMPASCIONI!!!

Outfit.

Anche se la fidanzata bona di vostro fratello vi sta sulle scatole più dei nastri rossi dei pacchi di Natale, è consigliabile un pantalone elasticizzato o comunque non stretto, onde evitare che i segni della cinta e dei bottoni si tramutino in tatuaggi che Nicolai Lilin scansate!

 

 

 

 

 

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