Come si fa a scrivere qualcosa di un periodo che non si è vissuto?

A me non provocano lacrime la foto dell’Italia dell’ “Urlo di Tardelli”. Non ho vissuto quel momento!

Non mi emoziona la Bari da bere, perché all’epoca bevevo latte dal biberon (e anche troppo!)

Non potevo unirmi ai writers berlinesi per creare con bombolette frasi di libertà. Non sapevo ancora scrivere (ammesso che oggi sappia farlo!)

Eppure

Eppure in redazione c’è la vicedirettrice che vive gli anni ’80 come fossero il presente (ascolta la Caselli).

Eppure c’è la Latrofa che analizza con estrema precisione il look delle spalline e dell’esagerazione.

Eppure c’è la Reina che ci fa rivivere l’interail.

TUTTI NATI E CRESCIUTI A CAVALLO TRA GLI ’80 E I ’90

Allora questo decennio qualcosa di importante lo ha lasciato?

Certo! Come tutti i decenni, però.

Allora perché dare spazio agli anni ’80?

Due motivi:

  1. Più di qualsiasi altra decade apostrofata sono la moda\non moda, con la loro musica innovativa e politica retrograda, con muri abbattuti e costruiti, nati in nome della rosa e crepati con le notti magiche.
  2. Perché grazie agli ZER80 abbiamo organizzato un evento superfichissimo all’Ancaranvs di Bitonto. E’ scusate non è niente.

 

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